l'annuncio

Putin vuole Xi Jinping a Mosca per sentirsi meno isolato

Giulia Pompili

Secondo il leader del Cremlino, la visita di Xi “dimostrerà al mondo intero la forza dei legami russo-cinesi su questioni chiave”

A parlarne per ora è stato solamente il presidente della Federazione russa Vladimir Putin e il suo ministero degli Esteri: sarebbe prossima una visita di stato del leader cinese Xi Jinping a Mosca su invito del Cremlino, probabilmente entro “la prossima primavera”. Secondo Putin, la visita di Xi “dimostrerà al mondo intero la forza dei legami russo-cinesi su questioni chiave e diventerà il principale evento politico dell’anno delle relazioni bilaterali”. Da parte cinese non c’è stata alcuna conferma o smentita – una prassi, nel cerimoniale diplomatico di Pechino, che conferma le visite all’estero del leader Xi Jinping soltanto all’ultimo momento. Il tempismo dell’annuncio è però degno di nota: oggi, durante la conferenza stampa della portavoce del ministero degli Esteri di Pechino Mao Ning, al giornalista di Bloomberg che le chiedeva se fosse confermato, alla fine di questa settimana, l’arrivo del segretario di stato Antony Blinken in Cina, è stato risposto: “Non ho nulla da dire al momento”. Le manovre diplomatiche di questi giorni nel Pacifico – il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in visita a Seul e Tokyo, il segretario alla Difesa americano Lloyd J. Austin in Corea del sud e nelle Filippine – sono il segnale del fatto che la guerra della Russia contro l’Ucraina ha fatto sentire l’urgenza di mettere in sicurezza l’area del Pacifico dall’assertività cinese, ed è sempre più una priorità coinvolgere i partner asiatici nella costruzione di un fronte comune contro le autocrazie. 


Una eventuale visita di stato a Mosca di Xi è un segnale importante, non solo dal punto di vista diplomatico. Superato un anno di guerra tra meno di un mese, la Russia potrebbe avere bisogno di ancora più supporto da parte della seconda economia del mondo. Soprattutto ora, che i confini del “mondo libero” alleato dell’Ucraina si fanno sempre più netti. Secondo diverse analisi circolate oggi, è difficile pensare che la leadership cinese voglia entrare con un sostegno ancora più esplicito della Russia nella sua scellerata guerra contro Kyiv, ma la partnership tra Mosca e Pechino è destinata a rafforzarsi su altri fronti: nella linea di credito offerta dalla Cina alla Russia, e nella protezione diplomatica soprattutto nei consessi sovranazionali come il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. E’ un problema per l’America, non solo per l’immagine di una Russia tutt’altro che isolata ma anche per la lezione che vorrebbe imparasse Xi Jinping dalla guerra nel caso di un’azione di forza contro Taiwan. 
 

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.