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la guerra in ucraina

La mossa della Russia: chiedere l'intervento dell'Onu a Zaporizhzhia

Antonia Ferri

L'agenzia di stampa Tass dice che Mosca ha scritto a Guterres, sollecitando anche un'ispezione dell'Aiea alla centrale nucleare. Dall'assedio di Mariupol ai corridoi umanitari: motivi per dubitare della buona fede di Putin 

Dopo i bombardamenti degli ultimi giorni, la centrale nucleare di Zaporizhzhia ha i riflettori del mondo puntati addosso. È di oggi la notizia che la Russia avrebbe chiesto una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu “in connessione agli ultimi attacchi dell'Ucraina alla centrale e alle loro possibili conseguenze catastrofiche”. Così riporta la Tass, ovvero l'agenzia di stampa ufficiale russa, che avrebbe avuto la notizia da una fonte interna alla missione russa. Secondo le informazioni del corrispondente, la Russia avrebbe anche chiesto la partecipazione del direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), Rafael Grossi.

È poi seguito un appello al segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, perché pianifichi al più presto una visita degli ispettori dell'Aiea.

Non è la prima volta che i russi dicono di aprire le porte alle organizzazioni internazionali. Nella pratica, non è mai avvenuto. Non è successo quando un bombardamento ha ucciso più di 50 prigionieri di guerra ucraini nella prigione di Olenivka, nell'autoproclamata repubblica di Donetsk. Quella volta, alla fine di luglio, Mosca aveva acconsentito all'ingresso di Onu e della Croce rossa nel campo, la quale aveva dichiarato: “Ovunque siano detenuti [i prigionieri, ndr], sono protetti dalla legge internazionale. Non fanno più parte dei combattimenti e non devono venire attaccati. La Croce rossa internazionale ha offerto il proprio supporto nell’evacuazione dei feriti e la donazione di forniture sanitarie, materiali protettivi e forensi”. Croce rossa e Onu non hanno mai ricevuto il permesso per entrare.

 

Allo stesso tempo, le parole russe si sono dimostrate spesso inattendibili. Caso emblematico è stato quello delle annunciate evacuazioni di civili ucraini dal paese, corridoi umanitari su cui si sono poi scagliati i bombardamenti da parte dell'esercito russo. È successo nelle prime settimane di guerra, nella città assediata di Mariupol, dopo che era stato concordato il cessate il fuoco. Le operazioni venivano continuamente interrotte a causa delle “tregue fallite” e dei conseguenti attacchi sulla città, con i cittadini bloccati.

 

La situazione di queste ore al sito di Zaporizhzhia è delicata e qualsiasi minaccia ai sei reattori rievoca le memorie del passato e fa tremare il mondo. La Russia di Vladimir Putin vuole dimostrare di avere tutto sotto controllo, di essere affidabile, tanto che accusa Kyiv di “avere finora impedito” ogni intervento. Chiedere l'ispezione dell'Aiea è una proposta che accredita proprio questa versione. 

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