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Editoriali

Tra dimissioni e guerra per gli occidentali il G20 è in bilico

Redazione

L’inglese Truss diserta il Summit di Bali verso la sfida dei Tory. Russia e Cina iniziano il loro show mentre l'Indonesia presiede

Non poteva esserci tempismo peggiore per la riunione del G20 dei ministri degli Esteri, seconda, per importanza, soltanto a quella dei capi di stato e di governo che ci sarà a novembre. Quello che si è aperto ieri è il Summit della diplomazia, ed è iniziato tra mille polemiche, perché i temi affrontati dalle venti grandi economie del mondo sono stati monopolizzati dalla guerra in Ucraina. Per la prima volta sin dall’inizio dell’invasione, a Bali, alla stessa cena di benvenuto c’erano il segretario di stato americano Antony Blinken, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, il rappresentante dell’Ue Josep Borrell, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, il più attivo di tutti, che già ieri aveva incontrato in un bilaterale Lavrov e altre decine di rappresentanti, compreso Blinken (non è previsto, invece, un bilaterale Blinken-Lavrov).

 

Liz Truss, ministra degli Esteri del governo Johnson, avrebbe dovuto rappresentare il Regno Unito al primo Summit internazionale in cui la coalizione occidentale incontra quella più aggressiva, quella dei paesi autoritari, ma quella anche degli indecisi e dei “neutrali”. Poche ore dopo essere arrivata a Bali, Truss è tornata a Londra dove inizia la corsa per la leadership dei Tory. La diplomazia può attendere, ma per l’occidente è un pezzo importante che manca.

 

L’Indonesia ha la presidenza di turno del G20, e non ha mai avuto un ruolo di primo piano dal punto di vista della diplomazia internazionale: il presidente Joko Widodo la scorsa settimana è stato a Kyiv, poi è andato a Mosca (era la sua prima volta in Russia), e nella sua testa c’era una priorità. Non fermare una guerra, che per la maggior parte dei paesi del G20 è lontana e regionale, ma far ripartire l’export di grano e di fertilizzanti. Gran parte dei noodles asiatici si fa col grano, e così per calcolare l’inflazione in Indonesia hanno tirato fuori un indice informale, quello dei noodle istantanei Indomie – per ora il loro prezzo non è aumentato, ma quello del grano sì, +13 per cento.

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