Il diplomatico dalle pagine della Zeit lascia filtrare due nuovi concetti per relazionarsi con Mosca: “constrainment”, ossia vincolo, e “hedging”, ovvero copertura. Ossia frenare la Russia con la deterrenza militare ma anche attraverso partnership commerciali più diversificate
Berlino. Chi si ricorda come si chiamava l’ultimo ministro degli Esteri di Angela Merkel alzi la mano. E adesso dite il nome della guida attuale della diplomazia tedesca. Oggi Annalena Baerbock, ieri Heiko Maas. Lui è arrivato all’Auswärtiges Amt, la Farnesina tedesca, dopo essere stato ministro federale della Giustizia; lei è partita quasi dal nulla e si è candidata a cancelliera alle elezioni del settembre 2021, diventando ben più riconoscibile del suo navigato collega. A Berlino, però, come a Parigi e a Washington, i dossier strategici di politica estera sono dominio dei capi di governo, con i ministri competenti chiamati a restare un passo indietro. Così è stato quando il cancelliere Olaf Scholz ha imposto alla Germania un riarmo da 100 miliardi di euro: il rilancio di una Bundeswehr arrugginita è una condizione necessaria per contare di più sulla scena globale. In tema di sostegno all’Ucraina Scholz è stato invece titubante, il che ha permesso a Baerbock, sostenuta anche dal vicecancelliere Robert Habeck, di far sentire di più la propria voce.
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