Più Ucraina e meno Twitter per Elon Musk, genio dei satelliti

Paola Peduzzi

Innovazione e istinto globale hanno cambiato la guerra di Kyiv. Grazie anche e soprattutto alle connessioni satellitari offerte da Starlink

Immaginate come sarebbe questa guerra se Volodymyr Zelensky non parlasse ogni giorno, più volte al giorno, se non twittasse, se non insistesse, se non facesse presente ogni istante che può battere i russi soltanto con il nostro grande e costante aiuto. Immaginate come sarebbe questa guerra senza il presidente ucraino che ci ricorda di aver subìto un’invasione violenta, che ci ricorda i morti e la resistenza dei vivi, che ci dice: non sono stanco io, non sono stanchi gli ucraini e lo siete voi? Immaginate anche quanto ci saremmo già distratti. Quando Vladimir Putin ha pianificato la guerra pensava che il suo esercito avrebbe annichilito quello ucraino in pochi giorni, che Zelensky sarebbe scappato e che l’Ucraina sarebbe stata isolata dal resto del mondo e che, senza voce, non avrebbe mai potuto contrastare la campagna di propaganda russa. Invece l’esercito ucraino era ben più forte del previsto (e quello russo meno).

 


Invece  Zelensky non si è mosso da Kyiv e in Ucraina erano state piazzate undicimila stazioni satellitari Starlink, che hanno permesso al governo di rimanere connesso, in diretta, pure senza elettricità e sotto le bombe. Ieri su Politico Europe, il formidabile Christopher Miller assieme a Mark Scott e Bryan Bender ha raccontato nel dettaglio come i satelliti prodotti da SpaceX, la società aerospaziale di Elon Musk, abbiano cambiato il corso della guerra – a vantaggio degli ucraini. Inizia con Oleksiy, un soldato che opera a sud di Izyum, una delle città-obiettivo di Putin, nell’est del paese: ogni volta che prepara un contrattacco con l’artiglieria chiama i suoi superiori per ricevere ordini dell’ultimo minuto tramite un ricevitore satellitare Starlink rettangolare, bianco e grigio e nascosto in una fossa poco profonda nel giardino di un cottage abbandonato. Questa apparecchiatura ad altissima tecnologia è collegata a un generatore che fa un fracasso tremendo e che funziona per mezza giornata. La connessione satellitare non riguarda soltanto le comunicazioni militari: i soldati al fronte possono dire ai parenti “sto bene” attraverso messaggi satellitari crittografati (che differenza con i soldati russi e con i loro parenti all’oscuro di tutto), possono aggiornarsi sull’andamento della guerra attraverso la connessione di Starlink (anche qui: i soldati russi non sanno nemmeno di essere in guerra, o comunque non possono chiamarla così) e anche – dice Oleksiy con un sorriso – giocare a “Call of Duty” sui telefoni nelle pause dentro ai bunker.

 

I satelliti non sono certo una novità, ma le caratteristiche di quelli Starlink hanno fatto la differenza: è una nuova generazione di satelliti a orbita bassa che lavorano in una costellazione, e questa configurazione rende più difficile, se non impossibile, la messa offline, perché un eventuale aggressore dovrebbe individuare tutti i satelliti in una volta sola  per paralizzarli tutti. I russi ci hanno provato, lo stesso Musk ha detto che Mosca stava “aumentando” gli attacchi alla sua rete, ma il sistema è anche molto flessibile e SpaceX ha più volte riscritto il suo codice per stare un passo avanti alla Russia.

 

Il ruolo di Elon Musk è stato decisivo. Tanto l’uomo più ricco del mondo è quasi comico su Twitter, sia quando ci scrive sia quando si incaponisce per comprarlo e poi se ne stufa poco dopo, tanto è stato straordinariamente rapido nel dare il suo sostegno incondizionato all’Ucraina. Un’ora prima dell’invasione, i russi avevano hackerato il sistema satellitare americano Viasat, che gli ucraini utilizzavano per le comunicazioni con l’esercito e tra i soldati. Una fonte dell’unità della Difesa americana che si occupa di innovazione ha detto ai giornalisti di Politico che “l’invasione è avvenuta di giovedì e il giorno dopo Elon ha convocato una riunione dicendo: ‘Voglio Starlink sopra l’Ucraina’”. La domenica il link era attivo, il lunedì 500 terminali di terra erano arrivati, il martedì 25 erano già in grado di trasmettere dati in tempo reale. Innovazione, intuito commerciale, mercati aperti, condivisione globale: la storia di Starlink riassume la forza dell’occidente e delle società aperte, e ci spiega anche perché Putin continua a sottovalutarla.

  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi