Ora a fermare la Tav è la Francia
Mentre in Italia i lavori dell'alta velocità Torino-Lione sono ripartiti, a Parigi il dossier giace dimenticato in un cassetto polveroso del ministero dell’Economia
Dopo cinque anni di immobilismo, grazie all’impulso del presidente del Consiglio Mario Draghi, i lavori della Tav Torino-Lione sono ripartiti. La scorsa settimana il commissario straordinario del governo, Calogero Mauceri, ha firmato un’ordinanza con la quale autorizza la Rete ferroviaria italiana a sviluppare il progetto definitivo della nuova linea Avigliana-Orbassano e degli interventi di adeguamento dello scalo di Orbassano: un passo in avanti importante per il completamento della tratta italiana della Tav. Ma mentre in Italia il cantiere si è rimesso in moto, a Parigi il dossier della Tav giace dimenticato in un cassetto polveroso del ministero dell’Economia.
Secondo quanto riportato ieri dall’Opinion in un articolo firmato da Emmanuelle Ducros, è tutto fermo sul versante francese, i cui lavori sono affidati alla Sncf Réseau. “La Francia deve collegare la sua rete ferroviaria al tunnel adeguando le sue linee, per non compromettere le ambizioni ecologiche ed economiche”, ha detto all’Opinion Stéphane Guggino, delegato generale del comitato Transalpine, che promuove l’alta velocità Torino-Lione. Il progetto è stato dichiarato “di utilità pubblica e urgente” nel 2013. Ma oggi, come sottolinea il quotidiano, assistiamo a “una costernante impasse francese”.
E’ un mix di pigrizia burocratica, inerzia, sciatteria da parte dell’amministrazione francese, ma anche una questione politica. “Il progetto è lontano da Parigi. Gli inconvenienti sono a livello locale. E poi è l’Europa che ha le redini del progetto, che pilota: per il governo degli ingegneri è frustrante. Siccome dal punto di vista politico nessuno ha trovato il modo di trarre beneficio dal progetto e il ministero dell’Economia dice che ci vorrà molto tempo per avere dei benefici economici da esso, lo stato ha scelto di fregarsene”, ha detto all’Opinion una fonte vicina al dossier. Alla luce del momento di sintonia politica tra Roma e Parigi, sarebbe un peccato non portare avanti i lavori della Tav in maniera coordinata.
la sconfitta del dittatore