Per contrastare Mosca, in Ucraina nascono nuovi giornali in inglese

Micol Flammini

Se il governo si è intestato la battaglia di imporre la lingua ufficiale nel giornalismo per rafforzare l’identità nazionale, il Kyiv Independent e The new voice of Ukraine hanno capito che la necessità stava altrove: farsi capire fuori da Kiev, più a ovest

La lingua è uno dei campi di battaglia della tensione tra Russia e Ucraina. Questa settimana è entrata in vigore una legge che riguarda proprio questioni linguistiche e richiede che tutte le testate giornalistiche nazionali siano pubblicate nella lingua ufficiale del paese, l’ucraino. La legge non vieta le pubblicazioni in russo, ma prevede che tutto abbia una sua versione parallela in ucraino. Venne firmata dall’ex presidente Petro Poroshenko, non è stata disdegnata dall’attuale, Volodymyr Zelensky, che sembra maneggi meglio il russo dell’ucraino, ma a chi non piace proprio è agli editori. La ritengono poco redditizia: non importa che sia un tentativo di limitare l’uso del russo nella sfera pubblica,  una pubblicazione in russo può avere più diffusione di una in ucraino. La contesa è dolorosa, si sta litigando molto, ma alcune testate hanno invece deciso di andare da tutt’altra parte e di iniziare a raccontare l’Ucraina in inglese per  far conoscere la versione ucraina dei fatti e lottare contro la propaganda di Mosca. Se il governo si è intestato la battaglia di imporre la lingua ufficiale nel giornalismo per rafforzare l’identità nazionale, alcuni giornalisti hanno capito che la necessità stava altrove: farsi capire fuori da Kiev, più a ovest. 

 

Il Kyiv Independent è una testata che sta diventando sempre più autorevole e inizia ad avere una storia gloriosa, di resistenza. E’ giovanissima ed è stata creata in pochissimo tempo, meno di un mese,  dai giornalisti che da un giorno all’altro sono stati licenziati  dal Kyiv Post, che per anni aveva avuto il sogno  di incarnare “la voce globale dell’Ucraina”. E ci era riuscito, era importante, letto, era un ottimo esperimento dell’Ucraina che usciva dall’Urss e invitava gli stranieri a conoscerla, ma i problemi con l’editore hanno portato a un brutto epilogo, ancora molto oscuro. In pochissimo tempo, i giornalisti licenziati hanno però raccolto la loro squadra e si sono messi a ricreare quasi da zero un nuovo giornale, che preservasse i valori del Kyiv Post, quello delle origini.   

 

L’altro esperimento importante di testata ucraina in inglese è The new voice of Ukraine. Pubblica anche in ucraino e in russo, ma soltanto ora ha deciso di diventare più internazionale, dare spazio non soltanto ai fatti e alle cronache, ma anche alle opinioni in inglese. Il suo direttore, Vitaly Sych, nell’editoriale di presentazione ha scritto che mai come ora bisogna far sentire la versione ucraina degli eventi, “il Cremlino rappresenta una minaccia esistenziale” per Kiev mentre cerca di “confondere il mondo con la sua propaganda”. Anche qui sono arrivati alcuni giornalisti reduci del Kyiv Post, che del giornalismo internazionale ucraino è stato la spina dorsale.

  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.