Editoriali
Putin è un incredibile spot della Nato
Se l’Alleanza esiste ancora è perché Mosca le dà un senso, come in Ucraina
Il ministro degli Esteri russo, l’eterno Sergei Lavrov, durante una conferenza in Svezia ha proposto un patto di sicurezza con l’Europa regolato da questo principio: la Nato non deve avanzare più verso est nemmeno di un centimetro. È un piano conosciuto anche come “la Finlandizzazione dell’Ucraina”, perché la Finlandia non può entrare nella Nato. Di questa soluzione parlava già Henry Kissinger nel 2014, per rendere l’Ucraina una zona neutra – che così non farebbe più parte dello scacchiere geopolitico attivo e non scatenerebbe più ansie e rivendicazioni. Adesso Lavrov avverte che senza un patto del genere l’Europa potrebbe “rivivere l’incubo della guerra”.
Il principio è buffo perché non è la Nato ad avanzare verso est, sono i paesi dell’est che vanno verso la Nato. Il problema in realtà è che il presidente russo Vladimir Putin continua a essere la migliore pubblicità possibile per l’Alleanza atlantica, per come si comporta nelle piccole e nelle grandi cose. Ammassare centomila soldati russi a ridosso del confine ucraino ogni volta che vuoi incontrare Biden, annettere la Crimea, abbattere il volo di linea MH17 con un missile terra-aria, fare lo stalker con i paesi baltici, sponsorizzare il dittatore Lukashenka in Bielorussia, organizzare un golpe in Montenegro e altro ancora. Questo comportamento aggressivo farebbe pensare a qualsiasi governo: è meglio ripararsi sotto l’ala della Nato, perché da solo non faccio paura alla Russia ma dentro alla Nato ho qualche speranza di essere lasciato stare.
Ecco: la Nato avrebbe cessato di avere senso da decenni, se Putin non la tenesse in vita con il suo soffiare continuo sulle braci. La prossima settimana ci sarà un incontro in video fra il presidente americano Biden e Putin. Era già successo questa primavera: Putin aveva ammassato truppe e carri armati al confine con l’Ucraina come se stesse per ordinare un’invasione e così aveva ottenuto un incontro con Biden a giugno, sulla riva placida del lago di Ginevra. E poi si lamenta che gli altri paesi guardano a occidente.
la sconfitta del dittatore