"Vittoria" a Gaza

Daniele Raineri

Hamas ha lanciato migliaia di razzi in dieci giorni di guerra con l'obiettivo politico della mostrificazione di Israele

Hamas ha calcolato in anticipo che questa guerra di dieci giorni e otto ore contro Israele avrebbe portato alcuni vantaggi. Non si tratta di vantaggi materiali, anzi da quel punto di vista è un disastro. I raid aerei israeliani hanno distrutto quasi cento chilometri di tunnel scavati nel corso di molti anni, hanno ucciso alcuni leader importanti e hanno demolito alcune infrastrutture preziose. Le scorte di razzi prodotti in casa oppure contrabbandati con lentezza dall’esterno sono state dilapidate. Il gruppo palestinese non ha guadagnato nemmeno un metro di territorio e sapeva che non sarebbe successo fin dall’inizio, esce dal conflitto in condizioni molto peggiori rispetto a come ci era entrato. L’accordo di tregua entrato in vigore ieri notte prevede soltanto la sospensione dei raid aerei israeliani in cambio della sospensione dei lanci di razzi. E’ un accordo a somma zero che non tocca nessuna delle questioni che stanno a cuore ai palestinesi e anzi peggiora la situazione. Adesso alcune questioni importanti come l’allentamento del blocco imposto da Israele e dall’Egitto sulla Striscia di Gaza saranno ancora più difficili da negoziare.

 

Se non ha guadagnato territorio e non ha cambiato nulla a Gerusalemme est, entrambi obiettivi fuori portata, il gruppo palestinese tuttavia ha ottenuto vantaggi politici. L’opinione pubblica mondiale che spesso vede doppiezza e complotti ovunque e non si fida dei vaccini durante una pandemia è cieca di fronte allo schema ripetitivo delle guerre di Hamas. Accetta queste fiammate di guerra a intervalli regolari come se fossero genuine. Lanciare migliaia di razzi contro le città israeliane vuol dire costringere gli israeliani a reagire con una campagna emergenziale di raid aerei contro la Striscia di Gaza, dove la densità della popolazione è altissima e le fazioni armate condividono gli stessi pochi chilometri quadrati con i civili. I raid israeliani sono troppo deboli per fermare in fretta i lanci di razzi e infatti anche nel decimo e ultimo giorno di guerra Hamas è riuscita a lanciare circa 400 razzi. Sono allo stesso tempo troppo forti per non fare vittime fra i civili di Gaza. I raid aerei israeliani evitano il più possibile la popolazione: in dieci giorni hanno colpito circa duemila bersagli e hanno ucciso 232 palestinesi e di questi 130 sono combattenti di Hamas. Ogni singola morte è orrenda, ma sono numeri completamente diversi e molto più bassi rispetto alle guerre convenzionali. Il gruppo armato di Gaza riesce a sfruttare questa situazione per fini politici e fa campagna per mostrificare Israele, con qualche risultato. In America una parte del Partito democratico si è sollevata contro l’Amministrazione Biden per l’appoggio al governo israeliano.

Hamas ha toccato un picco di 800 razzi lanciati in un giorno solo, mentre la media di razzi lanciati durante la guerra precedente nel 2014 era di 90 al giorno. Ha lanciato 170 razzi contro Ashkelon nel giro di poche ore e 130 contro Tel Aviv in una sera – è un volume di fuoco mai visto prima e spiega perché ci sono state più vittime fra i civili israeliani rispetto alle altre guerre. Il margine di vantaggio militare degli israeliani su Hamas è enorme, ma si sta riducendo e la cosa sarà molto discussa in questi giorni nell’establishment israeliano, magari non in pubblico. 


 

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  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)