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Attrezzarsi per la chiusura lunga, la strada di Johnson e Merkel
L’annuncio del premier inglese, le indiscrezioni sulla cancelliera e la prospettiva di un lockdown fino a marzo
Durante una riunione a porte chiuse con i parlamentari della Cdu, la cancelliera tedesca Angela Merkel avrebbe detto che potrebbero essere necessarie altre otto, dieci settimane di restrizioni dure. Lo ha riferito Bild, il tabloid tedesco vicino ai socialdemocratici che in queste ultime settimane sta ospitando molte critiche contro la cancelliera e il ministro della Salute, Jens Spahn, per la gestione della pandemia. “Se non riusciamo a fermare la variante inglese del virus, per Pasqua il numero dei casi aumenterà di dieci volte”, per questo Merkel, che ha appena annunciato che le misure restrittive verranno prolungate fino a fine gennaio, ha accennato all’idea che forse non sarà abbastanza, che la prospettiva è ancora lunga. Tre parlamentari presenti all’incontro hanno poi riferito a Reuters che la cancelliera non avrebbe parlato di un lockdown fino ad aprile, ma avrebbe sottolineato i rischi ulteriori di una maggiore diffusione della variante inglese. L’approccio tedesco alla pandemia è cambiato e sempre più persone credono che la nazione abbia iniziato troppo tardi a imporre restrizioni: la cancelliera avrebbe voluto farlo molto prima, ma soltanto a dicembre è riuscita a convincere i ministri presidenti. L’alto numero di casi e di decessi, secondo molti specialisti, è da imputare a questo ritardo, e danno ragione a Merkel, sostenitrice della linea della cautela. I tedeschi iniziano a stancarsi, a Berlino sono state introdotte anche le limitazioni alla mobilità individuale, misure impensabili in primavera, ma con più di dodicimila nuovi casi al giorno e oltre ottocento decessi, le autorità ritengono di non poter fare altrimenti e se una terza ondata dovesse rivelarsi peggiore della seconda, come la seconda è stata peggiore della prima, rimane soltanto una soluzione: attrezzarsi per la chiusura.
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- Micol Flammini
Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.