La censura arriva dall'alto

Non c'è privacy e libertà nei social cinesi

Il popolarissimo social network si è sempre definito un'azienda privata e come tale soggetta alle regole del mercato. Ma non è così

Giulia Pompili

Un funzionario del governo di Pechino era a capo di alcune operazioni globali di TikTok, scrive il Financial Times. I social cinesi che cercano di penetrare nei mercati esteri, ma non sono come tutti gli altri. Al di là della propaganda anticinese di Trump, la censura continua il suo lavoro

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.