Segui la diretta dell'incontro tra Conte e Merkel

È l'ultima tappa del tour europeo del presidente del Consiglio, che cerca nella cancelliera una sponda per convincere i quattro paesi “frugali” ad approvare il Recovery fund

Il 29 giugno scorso, dopo l'incontro nel castello di Meseberg con la cancelliera tedesca, il presidente francese Emmanuel Macron twittava: “Sono felice di ritrovare Angela Merkel per andare avanti sul piano di rilancio europeo che consentirà di superare la crisi economica e sociale. Faremo tutto il possibile per convincere i nostri partner. L'Europa ne ha bisogno”. Allora all'ordine del giorno c'erano le trattative europee su Recovery Fund e bilancio Ue. Oggi è il castello barocco fuori Berlino, foresteria del governo federale, ospita un altro bilaterale importante per le sorti del progetto di rilancio di cui la Germania si sta facendo artefice: l'incontro della cancelliera con il presidente del Consiglio italiano, in vista del consiglio europeo sul 'Next generation Ue' e sul bilancio pluriennale dell'Unione di venerdì e sabato.

 

È l'ultima tappa del tour europeo di Giuseppe Conte, che martedì 7 luglio ha incontrato il premier portoghese, Antonio Costa, l'8 luglio lo spagnolo Pedro Sanchez e venerdì il premier olandese Mark Rutte. Il capo del governo italiano cerca in Merkel una sponda, nella convinzione che la cancelliera, alla guida della presidenza di turno del Consiglio Ue, intenda fare tutto il possibile per perseguire l'obiettivo di “rafforzare l'Europa”. La Germania potrebbe esercitare una certa influenza sui quattro paesi cosiddetti “frugali”, a cominciare da Austria e Paesi bassi, ammorbidendone le posizioni.

 

Merkel si impegna a persuaderli – “Lavoro per convincere questi paesi, che per ora accettano i crediti e rifiutano gli aiuti, ma le trattative saranno difficili”, ha detto Merkel – ma intanto il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, intervistato dalla Frankfurter Allgemeine, ha ribadito il suo punto di vista: “Un'Unione dei debiti con noi non si potrà fare. Ovviamente siamo interessanti a uno sviluppo positivo del nostro paese vicino ma sono proprio i vicini quelli che conosciamo meglio. In Italia diversi programmi di sostegno dell'Ue non hanno portato il risultato sperato. Il paese deve ancora combattere con molta economia sommersa, e dalle pensioni fino al mercato del lavoro ha ancora sistemi che non sono competitivi. Anche di altri paesi potrei nominare i punti deboli. Ma in Spagna, Portogallo o Irlanda abbiamo vissuto riforme intense sotto la pressione dei programmi d'aiuto. E in Grecia non dovremmo neanche parlare a lungo di condizioni: il nuovo premier Kyriakos Mitsotakis le riforme le fa da solo”. Insomma, Kurz frena: “Se dobbiamo spendere 750 miliardi di euro, dobbiamo chiederci: chi li deve pagare, chi li deve ricevere, e per cosa devono essere spesi? Bisogna andare nella direzione del programma di riforme dell'Italia: abbattimento della burocrazia, lotta contro l'evasione fiscale, sistemi economici competitivi”.

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