L'ora di Asma

Daniele Raineri

Il regime siriano di Bashar el Assad ha un piano per mettere sua moglie al comando e sbloccare le sanzioni

Roma. Asma el Assad, la moglie sofisticata del dittatore siriano Bashar, è la soluzione politica che potrebbe risolvere di colpo la crisi che paralizza il regime di Damasco – spiega da Washington Ruwan al Rajoleh, un’analista siriana-americana con entrature a Damasco. E, continua l’analista, risolverebbe anche i problemi della Russia, che in questi anni è stata uno dei grandi sponsor internazionali della Siria assadista.

 

Il regime ha una serie di problemi molto gravi. Ha vinto la guerra civile grazie all’intervento di iraniani e russi, ma ha un controllo molto scarso sul paese e ha le casse vuote. L’economia è quasi al tracollo, non c’è ripresa e non ci sono risorse sufficienti per la ricostruzione del paese – che è stato devastato dal conflitto. La valuta siriana non vale quasi più nulla. I pochi pozzi di greggio sono rimasti nelle zone sotto il controllo della minoranza curda. Inoltre ci sono scadenze a breve termine molto pericolose. A giugno entra in vigore il Caesar Syria Civilian Protection Act, una legge americana firmata dal presidente Trump a dicembre 2019 che punisce con sanzioni chiunque appoggi alcuni settori della Siria – militare, energetico, delle costruzioni e dell’ingegneria – a meno che il regime non intraprenda una serie di azioni, come liberare i prigionieri politici e compiere la transizione a un governo che rispetti i diritti umani.

 

In breve: la ricostruzione e gli investimenti in Siria con questo governo sono a rischio di sanzioni americane. Vedi, tra gli altri, i contratti di esplorazione petrolifera concessi alle compagnie russe Mercury Llc e Velada Llc poco prima della legge americana. A luglio il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite discute il rinnovo del programma umanitario Onu che porta aiuti a milioni di civili siriani e che è essenziale. L’ultima volta, a gennaio, fu rinnovato all’ultimo minuto e soltanto per sei mesi. L’anno prossimo c’è un’altra scadenza cruciale: le elezioni presidenziali. Di solito in Siria il voto è una farsa che Bashar vince con percentuali vicine al cento per cento perché l’opposizione non è legale – chi ci prova finisce torturato nelle prigioni. 

 

Che poi è il grande equivoco di chi crede che “o Assad oppure lo Stato islamico”. Entrambe le parti usano la violenza contro le elezioni libere. Di fatto questa volta il momento del voto sarà più interessante del solito. Tutta la guerra civile è stata fatta per mantenere Bashar al potere – “Assad o bruciamo il paese” era il motto delle sue milizie e lo hanno fatto davvero – ma se Bashar resta al potere tutto l’enorme business della ricostruzione resta bloccato. Ed ecco la soluzione Asma: considerata sofisticata (come scordare il ritratto che fece di lei Vogue nel 2011, un mese prima che scoppiasse la rivoluzione, con il titolo “A rose in the desert”), cresciuta a Londra, appena guarita da un cancro, è la faccia ideale per mitigare la pressione internazionale inorridita dai crimini di Bashar. La struttura di potere di Bashar el Assad resta al suo posto, ma il volto cambia – roba che Il Gattopardo è una favoletta per bambini. Per essere più precisi: è la faccia ideale per provare uno di quei giochetti di percezione che funzionano in politica, le vittime della repressione assadista non cambieranno idea per questo trucco.

 

Questo schema, dice Al Rajoleh al Foglio, spiega i video disperati postati da Rami al Makhlouf su Facebook. Makhlouf è uno degli uomini più ricchi della Siria ed è cugino di Assad, in pratica hanno sempre funzionato come una bestia a due teste nella spartizione permanente delle ricchezze del paese. Se volevi fare affari in Siria, dovevi cederne una parte a Makhlouf. Ma da un po’ di tempo il cugino è caduto in disgrazia, è stato accusato di corruzione (che nei regimi è sempre un’accusa comoda quando ti vuoi liberare degli ex amici) e nei video appena usciti si lamenta che c’è un attacco del regime contro di lui per spogliarlo degli affari. Usa un linguaggio e alcune connotazioni per insinuare che ci sarebbe un piano da parte di gente sunnita vicina al presidente per prendere il controllo delle ricchezze del paese dalle mani degli alawiti (gli alawiti sono l’élite dominante della Siria ma sono appena il dieci per cento, Bashar e Rami ne fanno parte). Chi è la persona sunnita più vicina al rais? Asma. La moglie comincia a svuotare il palazzo dei possibili rivali. La Russia in questo groviglio prende le parti di tutti, sa che la sostituzione morbida di Assad è la chiave per accedere al business illimitato del dopoguerra siriano – e con il petrolio che ha perso moltissimo valore e lo sconquasso economico portato dal Covid-19 sarebbe un successo strategico.

Di più su questi argomenti:
  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)