Un volo di rientro da Wuhan con alcuni cittadini francesi evacuati dalla Cina (foto LaPresse)

La Francia è pronta ad affrontare il coronavirus?

Mauro Zanon

Le candidate a sindaco di Parigi, tra cui un’ex ministra della Salute, litigano sul virus. Ragioni

Parigi. In Francia, dall’inizio dell’anno, sulle quattrocentocinquanta persone sospettate di aver contratto il coronavirus, quattordici sono risultate positive (due nuovi casi sono stati scoperti ieri), undici sono guarite, mentre un turista di 81 anni originario della provincia di Hubei, epicentro del virus in Cina, che era stato ricoverato in rianimazione a Parigi il 28 gennaio, è morto. I numeri, per ora, sono di gran lunga inferiori a quelli italiani, ma anche a Parigi ci si chiede se le autorità francesi siano state rapide a isolare i soggetti a rischio e a evitare il contagio, o se invece il fenomeno sia per ora contenuto in termini di diffusione solo perché i controlli sono stati meno rigorosi e presto potrebbe esserci una moltiplicazione esponenziale dei casi.

 

“L’epidemia di coronavirus si diffonde rapidamente alle nostre porte”, ha scritto il deputato dei Républicains Éric Ciotti in una lettera indirizzata al primo ministro Édouard Philippe, chiedendo al governo di allestire “un piano d’emergenza nel dipartimento delle Alpi-Marittime”, che confina con l’Italia e “registra flussi quotidiani di diverse decine di migliaia di persone” provenienti dal territorio italiano. Ieri mattina, anche il ministro della Salute francese, Olivier Véran, ha detto che l’epidemia di coronavirus che sta colpendo l’Italia “è alle porte”. Ma la domanda è: la Francia, e in particolare Parigi, ossia la meta europea preferita dai turisti cinesi, sono pronte a gestire un’eventuale emergenza coronavirus?

 

Per Agnès Buzyn, fino a due settimane fa ministra della Salute e ora candidata della République en marche al comune di Parigi dopo l’uscita di scena di Benjamin Griveaux, la capitale francese non è pronta a far fronte a una possibile epidemia, e la colpa, in primis, è di Anne Hidalgo, la sindaca uscente in quota Partito socialista, che non avrebbe accettato di coordinarsi con il ministero. “Non c’è stato nessun contatto con il comune di Parigi quando ero al ministero”, ha dichiarato su Europe 1 la Buzyn, che a trent’anni era già primario del reparto di terapia intensiva di ematologia nel più importante ospedale pediatrico di Parigi, il Necker, e a quarantacinque fu nominata capo dell’Istituto di radioprotezione e sicurezza nucleare. “E’ molto importante anticipare: tutti gli agenti che lavorano al comune di Parigi devono essere preparati e formati. A mio avviso, oggi, non lo sono. Bisogna fare questa domanda alla signora Hidalgo”, ha attaccato la Buzyn, precisando che in caso di elezione, il prossimo 22 marzo, la preparazione e la formazione dei dipendenti dell’Hôtel de Ville saranno le sue priorità. “Se c’è una cosa che so fare, è sicuramente la gestione di crisi. L’ho fatto molte volte nella mia vita. Come sindaca, saprò occuparmi dei parigini. Chiedete alla signora Hidalgo se ha preso in considerazione le raccomandazioni che ho fatto e se ha formato i suoi agenti”, ha aggiunto. La risposta dell’attuale inquilina del comune di Parigi non si è fatta attendere. “Trovo le dichiarazioni dell’ex ministra della Salute talmente irresponsabili che quasi mi cadono le braccia”, ha reagito la Hidalgo. “In un momento come questo, fare polemica su quella che potrebbe essere una pandemia e sulla situazione di crisi cui dovremo far fronte è un fatto molto grave”, ha sottolineato la sindaca, dicendo che Parigi è “una città estremamente responsabile”.

 

I due pasdaran della Hidalgo, Emmanuel Grégoire, vicesindaco con delega alle Politiche pubbliche, e Anne Souyris, responsabile delle questioni sanitarie, hanno detto che “Agnès Buzyn mente”, perché Parigi ha preso tutte le precauzioni per affrontare il Covid-19. Dietro lo scontro verbale tra le due donne che, assieme a Rachida Dati, candidata dei gollisti, si contendono lo scettro della capitale, ci sono anche le preoccupazioni degli attori economici. Dopo la crisi sociale scatenata dei gilet gialli e gli scioperi a oltranza contro la riforma delle pensioni, il timore è che il coronavirus possa infliggere un altro duro colpo all’economia della capitale e a tutto l’Île-de-France. “L’economia turistica della regione parigina è in una situazione di grande incertezza. Per ora, le previsioni del traffico aereo ci indicano un calo del 60 per cento del mercato cinese per febbraio, marzo e aprile 2020, rispetto allo stesso periodo nel 2019”, ha fatto sapere la presidente dell’Île-de-France Valérie Pécresse. I cittadini cinesi, con un miliardo di euro di spese effettuate lo scorso anno nella regione parigina, rappresentano una risorsa di cui gli operatori economici locali non possono fare a meno.

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