Navi da guerra russe mentre passano attraverso la Manica nel febbraio del 2015 (foto LaPresse)

I war games nel golfo dell'Oman

Redazione

Russia, Cina e Iran fanno la prima esercitazione navale congiunta contro l’America

Russia, Cina e Iran hanno lanciato ieri la loro prima esercitazione navale congiunta, l’ultimo segnale di una cooperazione anti americana e occidentale. Il luogo scelto per questo “war game” è il golfo dell’Oman, che nel 2019 è stato il teatro di molte crisi diplomatico-militari: a maggio e giugno sono state attaccate almeno sei petroliere, e per ogni attacco l’America ha detto che la responsabilità era dell’Iran; a giugno sempre l’Iran ha abbattuto un drone americano e ha sequestrato una petroliera con bandiera britannica. La Repubblica islamica nega di aver fatto alcuna azione di sabotaggio, ma ha sempre cercato di ostacolare la presenza di navi straniere come rappresaglia per le sanzioni americane che bloccano la vendita di greggio iraniano. Come riportato da molti media internazionali, il viceammiraglio iraniano Gholamreza Tahani ha detto che “l’obiettivo più importante di queste esercitazioni è dimostrare che l’Iran non può essere isolato” e che “le relazioni con Russia e Cina hanno raggiunto un nuovo picco e il trend continuerà nei prossimi anni”. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakarova, ha detto che queste esercitazioni sono “legali” e “fatte per garantire stabilità nella regione” e “contro il terrorismo”. Il portavoce del ministero della Difesa di Pechino è stato, come spesso accade con la diplomazia cinese, più dimesso: si tratta di “normale cooperazione militare non necessariamente collegata alla situazione della regione”. Sta di fatto che questo war game arriva un mese dopo che una coalizione navale guidata dagli americani assieme a Emirati arabi, Bahrain, Arabia Saudita e il sostegno di Australia e Regno Unito ha lanciato delle operazioni di sicurezza in queste stesse acque per garantire le forniture di petrolio dalla regione.

 

Le vendite del greggio iraniano sono crollate dopo l’uscita dell’America dall’accordo sul nucleare, ma il principale acquirente resta la Cina. Mosca ha criticato il ritiro di Trump dall’accordo: lunedì accoglierà il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif per approfondire “i legami nel commercio e nell’economia”.

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