Angela Merkel (foto LaPresse)

Il patriottismo secondo Merkel

Redazione

Gran discorso della cancelliera tedesca contro l’egoismo nazionalista

Ci sono persone, ha detto Angela Merkel parlando al Bundestag martedì, che “dicono di poter risolvere ogni problema da sole e non devono occuparsi degli altri: questo è il nazionalismo nella sua forma più pura, non è patriottismo”. La cancelliera tedesca ha tenuto un discorso molto caldo, molto appassionato, con tanti applausi e guardando negli occhi i parlamentari dell’AfD, ai quali si riferiva quando ha fatto la distinzione tra patriottismo e nazionalismo (non solo a loro ovviamente, viene in mente Donald Trump, viene in mente il nostro governo).

 

In mezz’ora la Merkel ha difeso la propria politica economica – nove anni di crescita, bassi livelli di indebitamento, alta occupazione – e lanciato gli investimenti futuri per l’energia e per la digitalizzazione, mentre dai banchi dell’opposizione c’era un brusio continuo. Soprattutto quando si è parlato di immigrazione: la Merkel ha rilanciato il Patto sulle migrazioni e i rifugiati che è stato firmato a livello Onu – gli Stati Uniti non hanno aderito – e deve essere ratificato al vertice in Marocco: l’Australia si è appena sfilata, e così anche Ungheria e Austria. I problemi internazionali devono essere risolti a livello multilaterale, ha detto la cancelliera, “nessun paese può farlo da solo”, e questo vale soprattutto per le migrazioni che sono il frutto di un mondo in cui ci sono “222 conflitti, 68,5 milioni di rifugiati, di cui il 52 per cento bambini”.

  

La Merkel ribadisce che l’unità internazionale è indispensabile e che la presunzione nazionalistica di un unico paese finisce per compromettere lo sforzo di tutti gli altri. La leader dell’AfD Alice Weidel le ha risposto che questo Patto è uno spreco di risorse e che dovrebbe invece occuparsi delle donne che non possono camminare tranquille nelle strade perché assalite dai richiedenti asilo. Poi la Weidel si è messa a parlare dei fondi al suo partito e quando la Merkel ha ripreso la parola le ha detto la frase definitiva: “La cosa bella della libertà di espressione è che ognuno parla di quel che pensa che sia importante per il paese”. La sopravvivenza di un partito e i migranti: questione di priorità. E gli applausi questa volta erano solo per la Merkel.

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