Francia, Emmanuel Macron in campagna elettorale (foto LaPresse)

Macron ha pronto il suo “dream team” per le Europee, ma sarà abbastanza sexy?

Mauro Zanon

Annunciata l'alleanza tra il movimento del presidente francese e l'Alde, con Ciudadanos e altri già della partita. Base europeista per contrastare i populisti

L’Alde (Alleanza dei liberali e dei democratici europei) di Guy Verhofstadt e la République en marche di Emmanuel Macron uniti in una nuova piattaforma politica con l’ambizione di diventare il secondo gruppo più importante del Parlamento europeo in vista delle elezioni di maggio 2019. Possiamo definirla “la svolta di Madrid”, perché in occasione del 39esimo congresso dei liberali dell’Alde (8-10 novembre), è stato fatto il primo vero passo verso il matrimonio che gli elettori europeisti attendevano da diverse settimane. “Il vecchio ordine politico sta morendo. Dobbiamo costruire una nuova Europa”, ha detto il belga Verhofstadt, che per primo, sulle pagine di Ouest France, aveva teso la mano al presidente francese per forgiare una nuova alleanza elettorale tra i liberali europei.

 

“Abbiamo bisogno di una alleanza forte e ampia tra i centristi e i liberali europei. Se ci presentiamo tutti assieme saremo più forti e se siamo più forti otterremo i risultati che vogliamo”, gli ha fatto eco Albert Rivera, leader di Ciudadanos, padrone di casa nella capitale spagnola. A rappresentare Lrem a Madrid, c’era Astrid Panosyan, cofondatrice dell’avventura di En Marche!, che davanti agli oltre mille delegati che a termine del congresso hanno approvato un Manifesto per elezioni europee ha affermato che “l’Alde è la base della coalizione che vogliamo costruire”. La Panosyan, che il prossimo 29 novembre sarà a Roma per un dibattito al Senato organizzato dall’ala macronista del Pd guidata dall’ex sottosegretario per gli Affari europei Sandro Gozi, ha aggiunto che la battaglia contro i nazionalismi necessita di “alleanze ampie che superano i partiti, come è accaduto in Francia” con En Marche!.

 

Il nuovo gruppo che verrà sarà aperto a tutti coloro che si riconoscono nei valori liberali ed europeisti di Macron e di Verhofstadt: niente patti esclusivi tra Lrem e Alde. L’inquilino dell’Eliseo, tramite il suo “Monsieur Europe” Pierre-Alexandre Anglade, giovane deputato dell’Assemblea nazionale incaricato di tessere le alleanze transnazionali, si sta infatti muovendo per trovare altri partiti sensibili alla causa. A partire dai Verdi tedeschi, freschi di un ottimo risultato alle elezioni in Baviera, che, come altri potenziali alleati, erano contrari a far parte di un’Alde rafforzato, e ora, invece, potrebbero avvicinarsi. Le adesioni dei liberali belgi (Charles Michel), di quelli lussemburghesi (Xavier Bettel), e del primo ministro olandese Mark Rutte con il suo Popolo per la Libertà e la Democrazia (Vvd) sono invece scontate. Quest’ultimo, come raccontato da Politico.eu un mese fa, aveva raggiunto un accordo con il presidente francese e potrebbe formare assieme a lui il “dream team” della nuova casa dei liberali europei, attorno alla quale fare campagna per contrastare le forze sovraniste ed euroscettiche.

 

Contrariamente al Partito popolare europeo (Ppe) e ai Socialisti e democratici (S&D) che hanno già indicato il loro candidato di punta alla presidenza della Commissione europea, rispettivamente Weber e Timmermans, i centristi, seguendo la volontà di Lrem, non proporranno invece nessun Spitzenkandidat. “E' nell’interesse dei liberali avviare un processo più ampio con diversi candidati che lavoreranno assieme per difendere le nostre idee e viaggeranno nei vari paesi. Ora non è nostro interesse parlare di nomi, quello che conta sono le idee”, ha dichiarato l’ex vicepresidente dell’Alde e attuale responsabile economico di Ciudadanos, Luis Garicano. Sul palco di Madrid, davanti agli occhi del Commissario europeo per la Concorrenza Margrethe Vestager, uno dei volti preferiti di Macron, il presidente dell’Alde Hans van Baalen ha ribadito il concetto: “Non nomineremo una persona, come Weber o Timmermans, nomineremo un ‘Team Europa’”. Un gruppo di leader liberali ed europeisti che dovrà dare una risposta alla domanda che oggi Vera Jourova, Commissario europeo per la Giustizia e la tutela dei consumatori, ha lanciato ai presenti: “Dobbiamo sedurre la gente. Ma siamo sufficientemente sexy?”.

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