Operazioni di voto in Polonia (foto LaPresse)

In Polonia ha vinto il PiS (di nuovo)

Micol Flammini

Nelle elezioni locali il partito di governo perde qualche voto, ma si conferma forte nelle zone rurali, dove emerge anche una nuova forza politica: il Psl

Una storia già vista: il PiS – il partito nazionalista al governo – vince nelle zone rurali e il Ko – Coalizione civica formata dal Po e da Nowoczesna – nelle città. Le elezioni locali di domenica dovevano essere un test per il governo, per l’Europa e per l’opposizione e hanno riconfermato la situazione del 2015, il PiS ha vinto seppur perdendo qualche punto – il 32,3 per cento contro il 37,6 del 2015.  Il primo partito d’opposizione il Po, Piattaforma civica, ottiene invece lo stesso risultato, il 24,7 per cento di tre anni fa.

Ma la sfida per il governo era riuscire a conquistare la capitale, dove si fronteggiavano Patryk Jaki, viceministro della Giustizia, e Rafal Trzaskowki per il Po (foto sotto). Secondo gli exit poll, i risultati ufficiali arriveranno soltanto martedì, Trzaskowski ha ottenuto il 54 per cento, vanificando l’iperattività e la veemenza dei toni della campagna elettorale del giovane viceministro.

 

 

 

La vittoria del PiS

Il PiS, Diritto e giustizia, si riconferma vincitore. Prima delle elezioni, il leader e fondatore Jaroslaw Kaczynski (foto sotto) aveva già escluso la possibilità di vincere nella città più grandi e così è stato. Il PiS ha il supporto delle zone rurali e delle città più piccole, dei circoli più conservatori del paese, degli scettici nei confronti delle politiche di Bruxelles. Il voto di domenica è arrivato dopo una decisione importante da parte della Corte di giustizia europea che ha ordinato al governo polacco di sospendere la riforma della Corte suprema che impone il pensionamento anticipato ai giudici della Corte suprema. Il PiS, cha ha la maggioranza in Parlamento, potrebbe non rispettare le volontà di Bruxelles, opzione più che probabile, e se l’opposizione credeva che la decisione della Corte avrebbe portato gli elettori a dei ripensamenti, si sbagliava. Le riforme sociali, l’assistenzialismo, il forte rifiuto delle quote migranti hanno consolidato il consenso di una parte della popolazione nei confronti del PiS. “Dobbiamo ancora migliorare qualcosa – ha detto il premier Mateusz Morawiecki – Ma è chiaro che abbiamo la capacità di raggiungere tutti i polacchi e di convincerli”. Jaroslaw Kaczynski, invece, ha dichiarato aperta la campagna elettorale per le elezioni politiche del 2020: “Dobbiamo lavorare, lavorare e lavorare ancora. E’ l’inizio di una campagna elettorale che terminerà soltanto nel maggio del 2020. Ci attende ancora tanto lavoro, ma ce la faremo”.

 

 

 

L’opposizione di Ko (Koalicja obywatelska)

Il Po, il partito che ha governato la Polonia fino al 2015, si è presentato a queste elezioni locali con Nowoczesna, un gruppo centrista e liberale. Il PiS ha vinto, ma non come sperava, ha perso qualche punto dal 2015 e questo ha portato l’opposizione a non definire queste elezioni come una sconfitta. Il Po non ha perso consensi dalle ultime politiche e se unisse le sue forze con altri partiti non governativi potrebbe arrivare al 41 per cento, quasi dieci punti sopra al PiS. Dalle elezioni di domenica, esce l’immagine di un paese diviso, in cui i contrasti tra città e campagna sono molto accentuati. L’opposizione, espressione della parte più liberale del paese, rimane incontrastata nelle città, ma non gradita nei centri più piccoli.

 

Psl, una nuova forza

A rubare qualche consenso al PiS è stato il Psl, il Partito popolare polacco che alle ultime politiche si era presentato in una coalizione con il Po, per poi uscirne. Il Po è un partito liberale, fortemente europeista, il Psl ha una vocazione ruralista è più conservatore. Più simile al PiS è riuscito a erodere alcuni consensi al partito di governo nelle campagne, dove ha ottenuto il 23 per cento, e nelle città più piccole, con il 17 per cento.