Foto LaPresse

Cosa succede ora in Baviera?

Redazione

La Csu, ancora primo partito, perde il 10 per cento. La resa nei conti nel partito, le ipotesi di coalizione e la fine di Merkel fortemente esagerata

Ottenere il 37,2 per cento dei voti può essere una disfatta elettorale. O almeno se cinque anni prima il 47,7 per cento degli elettori ti aveva votato e questo è il peggior risultato elettorale dal 1950. E mentre una parte della Csu e gran parte del mondo dell'informazione sottolinea l'ecatombe elettorale, parla di fine dei cristianosociali e invoca un repulisti generale, l'ex leader Alois Glück e qualche altro notabile del partito, compresi i gemelli dell'Union, la Cdu, invocano la calma, chiedono un'analisi spietata dell'accaduto perché, scrive Glück in una lettera alla Sueddeutsche Zeitung, solo con la reale "volontà di un dibattito onesto circa le cause che hanno portato a questo risultato elettorale" si potrà capire cosa è successo e così evitare "un'ulteriore polarizzazione e il perdurare di conflitti nel partito". Ossia: attenzione, dobbiamo tentare di sfruttare in modo intelligente la batosta ed evitare di realizzare quanto pronosticato dall’ex ministro delle Finanze e ora capo del Bundestag, Wolfgang Schäuble, che aveva parlato del rischio di un terremoto politico che poteva investire anche il governo federale e addirittura Angela Merkel.

 

Perché se è vero che perdere oltre dieci punti percentuali in cinque anni non può che essere considerata che una débâcle, è altrettanto vero che il risultato complessivo della tornata elettorale bavarese potrebbe essere paradossalmente un aiuto per la situazione politica nazionale, come sottolineato tra gli altri da Sebastian Beck della Sueddeutsche. E questo perché le urne hanno sentenziato soprattutto tre cose: che l'Spd (9,7 per cento e oggi quinto partito) è in crisi di consenso e di identità, che l'Afd è una realtà ma non sfonda (10,2 per cento, per la prima volta in Parlamento ma in calo rispetto le politiche nazionali), che i Verdi stanno benissimo e iniziano a convincere anche gran parte del fu elettorato cristianodemocratico (17,5 per cento con un aumento del 8,2 per cento dei consensi).

 

Secondo la Frankfurter Allgemeine infatti se il risultato elettorale potrebbe ridimensionare il peso politico di Horst Seehofer, potrebbe non essere invece la pietra tombale su quella di Markus Söder, governatore bavarese uscente. Perché i risultati sono leggermente meglio dei sondaggi della vigilia, che davano la Csu al 33/35 per cento, e soprattutto perché in Baviera si può iniziare a gettare le basi di una coalizione di governo che possa superare i confini del Land e arrivare direttamente alla Bundestag. Perché quello che la Cdu non è riuscita a fare a livello nazionale, ossia la cosiddetta Jamaika-Koalition con Verdi e Liberali, potrebbe diventare una realtà a Monaco. E per mettere in piedi questo c'è bisogno di un politico esperto, istrionico, magari non popolare e simpatico a livello nazionale, ma capace di muoversi bene nella politica bavarese. E questo è proprio quello in cui Söder sa eccellere.

 


fonte: Faz


 

Un allargamento del governo della Baviera ai Verdi potrebbe essere più di un esperimento. Perché se si paragonano i flussi elettorali nazionali a quelli bavaresi, ci si accorge come i Grünen sì stanno guadagnando molto nelle grandi città, ma anche nei distretti rurali, nelle piccole città e specialmente nelle città della classe media, stanno diventando, come sottolinea la Faz, i principali rivali della Union in un elettorato di centrosinistra. Proprio per questo l'apertura di una coalizione con i Verdi in Baviera potrebbe essere il primo grosso test politico per arginare il populismo e assicurare la sopravvivenza di uno status quo che veda i centristi sopravvivere al cambiamento politico e alla crisi ha colpito e sta deteriorando i socialisti.

 

 

Una coalizione neroverde potrebbe però essere accantonata in favore di una più semplice nerogialla. Il buon risultato della Freie Wähler (11,6 per cento), i liberi elettori bavaresi – un'associazione di persone che partecipa a un'elezione senza avere lo status di partito politico registrato – potrebbe portare alla formazione di un governo neroarancio, molto più semplice da gestire, sono tutti e due molti vicini su molti punti, anche se meno utile a livello nazionale. Söder nella notte ha già dato segnali di apertura. "Parlerò con tutti i partiti, ma  Preferisco già un'alleanza civica, penso che sia ciò che vuole la maggioranza dei nostri elettori". E il presidente della FW Hubert Aiwanger si è detto possibilista rispetto all'ipotesi: "Siamo pronti, l'unica condizione che poniamo è che la CSU deve presentare un'offerta e accordo e questa deve essere votata dai nostri elettori".

Di più su questi argomenti: