Markus Söder e Horst Seehofer (foto LaPresse)

La campagna sui migranti non paga, la Csu crolla in Baviera

Andrea Affaticati

Secondo gli exit poll i cristiano sociali di Horst Seehofer scendono al 35,3 per cento (-12,4 rispetto al 2013). Socialdemocratici sotto il 10 per cento, l'AfD entra nel Parlamento regionale. Ora si attende la resa dei conti che potrebbe toccare anche Merkel

Non è detto che Wolfgang Schäuble, l’ex ministro delle Finanze e ora capo del Bundestag, finisca per aver ragione. Lui un paio di giorni fa, a proposito delle elezioni regionali in Baviera, aveva parlato del rischio di un terremoto politico che poteva investire anche il governo federale e addirittura Angela Merkel se i pronostici fossero stati confermati oggi dalle urne.  

 

I pronostici sono stati confermati. Stando alle prime proiezioni, i cristianosociali non solo hanno perso la maggioranza assoluta dei voti, m sono crollati al 35,3 per cento (il che vuol dire un meno 12,4 per cento rispetto alle regionali del 2013). Peggio ancora è andata ai socialdemocratici che con il 9,9 per cento dei voti, si sono più che dimezzati.

Mentre a grande sorpresa, per quanto anche questa annunciata, i Verdi si sono attestati a secondo partito del Land, ottenendo il 18,5 per cento dei voti (un +9,9 per cento rispetto a 5 anni fa).

 

Anche i pronostici sull’AfD sono risultati corretti: i nazionalisti hanno ottenuto l’11 per cento dei voti e entrano così per la prima volta nel Parlamento regionale. Unica, per quanto magrissima consolazione per la Csu, è che non hanno guadagnato voti rispetto alle elezioni politiche dell’anno scorso. Allora avevano ottenuto in Baviera il 12,4 per cento dei voti, ora sono scesi all’11 per cento.

 

Come ha detto Markus Söder, governatore bavarese uscente, subito dopo le prime proiezioni: “Il risultato ci ha profondamente addolorato, non siamo affatto contenti e i prossimi giorni li useremo per analizzare scrupolosamente il perché e gli errori”. Ma Söder non è uno che ama coprirsi troppo il capo di cenere per cui, subito dopo, ha sottolineato che nonostante il risultato gli elettori hanno dato una chiara indicazione su chi vogliono vedere al governo. La Csu ovviamente. “E noi garantiremo un governo stabile e affidabile come sono stati i governi fino a oggi della Csu” ha concluso.

 

Tra i motivi che hanno portato a questa débacle i sondaggi indicano una sorprendente classifica. Per il 70 per cento degli intervistati, la campagna elettorale della Csu si è concentrata troppo sui migranti, a discapito di temi molto più importanti come il caro affitti, gli investimenti nell’istruzione, la politica familiare; il 55 per cento ha lamentato la litigiosità, soprattutto tra Söder e il ministro dell’Interno Horst Seehofer; e 47 per cento ha lamentato il crescente allontanamento del partito dai suoi valori cristiani.

 

Alla luce dei risultati si pongono ora due domande. La prima riguarda la coalizione che verrà a formarsi. Teoricamente, stando ai risultati fin qui resi noti sarebbe possibile sia una colazione tra Csu e Verdi (119 seggi) oppure una tra Csu e Freie Wähler, Liberi elettori (104 seggi). Volendo interpretare le dichiarazioni a caldo di Söder, che ha insistito sul fatto che il voto è comunque una richiesta da parte degli elettori di un governo stabile e affidabile, è più che probabile che lui propenda per una coalizione con i Freie Wähler che hanno ottenuto l’11,6 per cento dei voti. Certo i Liberi elettori, che si posizionano al centro e difendono valori liberali, sembrano “accoppiarsi” meglio dei Verdi con la Csu. E anche Hubert Aiwanger, capo del partito, ringraziando gli elettori ha parlato di una grande traguardo raggiunto: “Siamo riusciti a evitare coalizioni di necessità, il che permetterà di governare anche in futuro stabilmente questo Land”.

 

La seconda domanda è se Horst Seehofer dovrà pagare pegno. La sua permanenza alla guida del partito è da tempo in discussione e ora più che mai. Lui stesso, si è presentato brevemente a una conferenza stampa a Berlino, ripetendo a grandi linee quel che aveva già detto Söder, senza per questo trattenersi da una stoccata verso il governatore uscente. “Certo – ha voluto ricordare – cinque anni fa avevo notizie molto più belle da dare”. Cinque anni fa era stato lui il candidato di punta della Csu e aveva portato a casa il 47,7 per cento dei voti. Anche lui ha insistito sulla necessità di una attenta analisi del risultato, indicendo al tempo stesso però una conferenza stampa come capo del partito per martedì. Il braccio di ferro tra Seehofer e Söder va dunque avanti. E Merkel? Per lei l’indebolimento della Csu non è affatto una buona notizia, spera però, così dicono i commentatori politici, che le elezioni regionali tra due settimane in Assia possano ridare almeno vigore alla Cdu. E comunque solo dopo si farà una bilancio complessivo dello stato della coalizione di governo.