Un Ilyushin-20, il modello di aereo russo abbattuto nel Mediterraneo

Russi furiosi con Israele per un aereo abbattuto, Putin calma la situazione

Daniele Raineri

La reazione scomposta della contraerea siriana durante un raid israeliano colpisce gli alleati russi, 15 morti

New York. E’ un segreto di Pulcinella che la Siria del presidente Bashar el Assad reagisca in modo scomposto alla campagna sempre più intensa di bombardamenti israeliani. A volte nega l’accaduto, come è successo il 2 settembre quando i jet israeliani hanno distrutto un edificio di cinque piani che serviva da base dell’intelligence dentro l’aeroporto militare di Mezzeh, a Damasco, e la tv di stato ha detto che la doppia esplosione era dovuta a un “cortocircuito”. Altre volte i media di stato sostengono che i sistemi di difesa hanno reagito alle incursioni israeliane con un fuoco di sbarramento che ha distrutto tutti i missili in arrivo – e sono esagerazioni presto smentite. Sabato gli aerei israeliani hanno preso di mira un aereo cargo iraniano atterrato sulla pista dell’aeroporto internazionale di Damasco che secondo i media israeliani trasportava armi per le Guardie rivoluzionarie o per Hezbollah. A dispetto degli annunci dell’agenzia di stato siriana sul trionfale fuoco di contraerea, il giorno dopo le foto satellitari mostravano i resti inceneriti del cargo sulla pista. E questo è soltanto un esempio. Il fatto è che per sostenere l’immagine di una difesa sempre vigile i siriani devono davvero sparare salve di missili verso il cielo e due sere fa hanno per errore abbattuto un aereo di sorveglianza russo con 15 militari a bordo che incrociava davanti alla costa. Il raid israeliano questa volta era arrivato da una direttrice e sopra una zona insolita, la costa mediterranea tra Latakia e Tartous, ma tutte le operazioni sono precedute da un avvertimento ai russi – proprio per evitare questo tipo di disastri fuori dai piani – e poiché si tratta di uno degli spazi aerei più sorvegliati del mondo ora c’è poco da truccare le carte. Amos Yadlin, ex generale dell’aeronautica israeliana ed ex capo dell’intelligence militare, dice che ad abbattere l’aereo russo è stato un missile Sam-5 dei siriani (di fabbricazione russa) e che i siriani sono privi della competenza necessaria a seguire una delle regole basilari della guerra, ovvero la domanda Friend or Foe? Sto mirando a un nemico oppure a un alleato? Inoltre l’ex generale smentisce la tesi che gli aerei israeliani abbiano usato come copertura l’aereo russo, che non era nemmeno in zona al momento del raid. Quando i siriani hanno sparato il Sam-5 i bombardieri secondo Yadlin erano già tornati nello spazio aereo di Israele, “ma non si sono curati di guardare che non ci fossero aerei russi in volo”.

  

  

Martedì gli israeliani hanno parlato dei loro raid aerei per spiegare l’accaduto ed è una cosa che succede molto di rado in questa guerra non dichiarata, che è cominciata nel gennaio 2013 e secondo stime non ufficiali ha raggiunto quota 300 operazioni aeree circa (con un abbattimento, a febbraio). I russi hanno sceso in fretta la scala delle accuse aggressive: sono partiti puntando il dito contro la Francia (che non ha fatto nulla) e Israele, hanno proseguito dicendo che Israele aveva sfruttato l’aereo russo come copertura e infine sono arrivate le parole di calma del presidente Vladimir Putin, che ha attribuito l’abbattimento a “una catena casuale di circostanze”.

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  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)