Bashar el Assad

Washington accusa Assad di avere bruciato nei forni i corpi di migliaia di prigionieri

Redazione

Le prove in una foto diffusa dal dipartimento di Stato. "Atrocità compiute con il sostegno incondizionato di Russia e Iran"

Secondo il dipartimento di Stato americano, nel corso degli ultimi sei anni il governo siriano ha autorizzato la cremazione di migliaia di prigionieri in un forno costruito nei pressi di una prigione militare della periferia nord di Damasco. I dettagli li ha comunicati Stuart Jones, segretario di Stato competente per gli Affari mediorientali: "Fonti attendibili ritengono che molti dei corpi siano stati gettati in fosse comuni", ha detto Jones mostrando foto aeree del sospetto forno crematorio.

 

 

"Crediamo che il regime siriano abbia installato il forno nel complesso detentivo di Sednaya", ha spiegato il segretario del dipartimento di Stato. Washington ritiene che lo scopo dei forni crematori fosse quello di disfarsi dei corpi dei detenuti, spesso sottoposti a torture atroci nelle carceri militari del regime, e sottrarsi così a eventuali accuse per crimini di guerra.

 

 

Le riprese fatte dall'alto diffuse dal dipartimento di Stato, per ammissione di Jones, non sono di per sé una prova definitiva, ma in una di queste, che ritrae la prigione di Sednaya ricoperta di neve, si vede un solo edificio col tetto sgombro, facendo sospettare che sia lì che il regime nasconda l'edificio usato per disfarsi dei corpi. Le immagini mostrano anche dei dettagli architettonici e degli ingressi per l'aria compatibili con quelli di un forno crematorio.

 

"Il tentativo di coprire gli omicidi nel crematorio di Assad ricorda i peggiori crimini compiuti contro l'umanità nel 20esimo secolo", ha commentato l'ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni unite, Nikki R. Haley. "Il resto del mondo riconosce gli orrori del regime siriano, è tempo che la Russia si unisca a noi", ha aggiunto.

 

Delle esecuzioni sistematiche compiute dal regime di Bashar el Assad a Sednaya aveva giù parlato un report molto dettagliato di Amnesty International lo scorso febbraio. Secondo l'ong, l'esercito siriano compie fra le 20 e le 50 esecuzioni capitali ogni settimana solo in quella struttura detentiva. In quattro anni i prigionieri uccisi sono stati tra i 5 mila e i 13 mila. Ma stavolta, il segretario del dipartimento di Stato americano è andato oltre il resoconto dei fatti e ha posto l'accento anche sulle responsabilità politiche degli alleati di Assad: "Queste atrocità sono state compiute con il sostegno incondizionato di Russia e Iran", ha detto Jones. "Il regime di Assad deve fermare gli attacchi ai civili e alle forze di opposizione. E la Russia deve assumersi la responsabilità di avere garantito condiscendenza al regime", ha accusato. L'Amministrazione di Donald Trump non ha ancora presentato alla Russia le prove in suo possesso e intende passare per le Nazioni Unite sottoponendo il caso alla comunità internazionale. Jones ha ammesso che il presidente americano non ha sollevato la questione con i russi nemmeno in occasione dell'incontro della settimana scorsa avuto con il ministro degli Esteri del Cremlino, Sergei Lavrov.

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