Barack Obama (foto LaPresse)

Patto sulla Siria, chi chiede cosa

Redazione
La Casa Bianca tenta un accordo “o la va o la spacca” con Putin

L’Amministrazione Obama sta tentando un accordo “make or break” con la Russia a proposito della guerra civile in Siria. Make or break vuol dire che o l’accordo con Mosca va in porto questa volta oppure basta, non ci saranno più tentativi perché vorrà dire che è evidente che non c’è possibilità di intendersi. A grandi linee il patto proposto è questo: gli americani chiedono che l’aviazione del governo di Bashar el Assad cessi i bombardamenti – la ragione è che colpisce con armi non guidate e con intento punitivo aree molto abitate e uccide più civili dei gruppi terroristici, che pure ne uccidono molti – e chiedono che siano creati corridoi sicuri per rifornire di generi di prima necessità le zone sotto assedio; in cambio offrono di collaborare con gli aerei russi per una campagna antiterrorismo contro bersagli selezionati assieme.

 

L’intelligence americana e quella russa a questo scopo divideranno le zone della Siria controllate dal Fronte per la conquista del Levante – che fino a luglio era Jabhat al Nusra, divisione siriana di al Qaida – da quelle controllate dai gruppi che si limitano a fare la guerra al governo siriano. Il patto dovrebbe preludere a una lunga tregua che a sua volta dovrebbe preludere a un accordo politico, un giorno, per un governo più inclusivo e meno assadista. Nel mentre, i gruppi terroristi – Fronte per la liberazione del levante a ovest e Stato islamico a est – dovrebbero essere logorati e combattuti fino a che non perdano tutto il loro territorio. Questi i termini dell’accordo, sui cui si cercava un’intesa ad agosto. Il mese è scaduto, se non funziona questo tentativo chiunque verrà dopo il presidente Obama dovrà trovare un’altra via.