Il ministro Najat Vallaud-Belkacem (foto LaPresse)

Ora le femministe francesi vogliono cambiare il nome al ministero della Famiglia

Mauro Zanon
Si chiama ministero della Famiglia, dell’Infanzia e dei Diritti delle donne, e per le suffragette di Francia l’accostamento è sessista. Le reazioni delle associazioni e delle Femen.

Parigi. Del nuovo governo di Manuel Valls, uscito dal rimpasto di giovedì pomeriggio, c’è chi vorrebbe sostituire più di un ministro, perché considerato inadeguato per il compito che gli è stato affidato, ma c’è anche chi vorrebbe cambiare le denominazioni dei ministeri, perché ritenute “retrograde”, “passatiste”, “appartenenti al vecchio mondo”, ma soprattutto terribilmente “sessiste”. E’ contro il nuovo ministero della Famiglia, dell’Infanzia e dei Diritti delle donne, che sta andando in scena l’ennesima protesta a suon di anatemi, petizioni e appelli alla nazione delle femministe francesi. E’ contro quel “trittico retrogrado”, Famille, Enfance e Droits des femmes, come lo ha definito l’associazione Osez le féminisme!, che le senonoraquandiste di Francia stanno facendo convergere le loro critiche, perché nel 2016 pensare che i Diritti delle donne possano andare di pari passo con l’accudimento e la crescita dei figli nonché la gestione e la cura della famiglia è roba da squilibrati reazionari, da nostalgici di un mondo in bianco e nero.

 

“François Hollande e Manuel Valls, attraverso questa nuova composizione, mostrano tutto il loro disprezzo per i diritti delle donne, subalterne alla questione della famiglia e dei bambini”, hanno berciato le suffragette. Il piagnisteo, va da sé, ha accomunato tutte le femministe di Francia, nessuna esclusa. “Hey ragazzi, non vi siete dimenticati la cucina e le pulizie di casa?”, hanno scritto su Twitter le Femen France, “Per Hollande bisogna rispedire le donne ai fornelli”, si lamenta Macholand, che si presenta come la “piattaforma partecipativa che denuncia il sessismo”. Ma ad accodarsi al lamento contro l’associazione tematica che assegnerebbe alle donne “ruoli stereotipati”, sono anche  alcune personalità politiche di primo piano, tra cui Chantal Jouanno (Udi), presidente della delegazione per i diritti delle donne e l’uguaglianza presso il Senato. “Porre sotto lo stesso ministero ‘la famiglia, l’infanzia e i diritti delle donne’ non è forse rinchiudere le donne nel ruolo stereotipato che è stato loro assegnato da secoli, e cioè quello di sposa e madre?”, ha lanciato Jouanno. Che assieme alla presidente dell’Haut Conseil à l'égalité entre les femmes et les hommes (Hcefh), Danielle Bousquet e a Pascal Vion ha persino pubblicato un comunicato per manifestare le proprie “serie preoccupazioni” per l’accostamento.

 

Prima di giovedì, la delega dei Diritti delle donne era affidata a Pascale Boistard e il segretariato di Stato per i Diritti delle donne era sotto la tutela del ministro degli Affari sociali. Dopo il rimpasto, a Boistard è stata assegnata la delega alle Persone anziane, e a fagocitare anche i Diritti delle donne nel nuovo ministero della discordia è Laurence Rossignol. “Ministro femminista, denominazione sessista: la strana equazione di Laurence Rossignol”, titola l’Obs, ironizzando  sulla mancanza della delega “répassage”, per stirare, e “lessive”, per il bucato. Il Monde, tra i principali fiancheggiatori della rimostranza femminista, scrive che “per chi conosce la sensibilità del soggetto, lo scivolone è evidente”, mentre Metronews lancia addirittura un sondaggio.

 

[**Video_box_2**]Fino a settembre 2014, il ministero dei Diritti delle Donne era un ministero a pieno titolo in Francia. Lo era diventato nel 2012, con l’entrata di François Hollande all’Eliseo, che decise di affidare il ruolo di suffragetta-in-chief alla giovane Najat Vallaud-Belkacem, oggi titolare dell’Istruzione. Nel 2013, su pressione della ministra egualitarista (quella che voleva ridurre le sperequazioni salariali tra uomini e donne con un’app per smartphone, è stato creato anche l’Haut Conseil à l’égalité entre les femmes et les hommes, che a cadenza trimestrale pubblica bollettini allarmistici sulla presunta diseguaglianza tra uomini e donne (una delle ultime iniziative dei paladini dell’égalité è consistita nel diffondere un vademecum per “resistere all’oppressione patriarcale ortografica”). Poi però, dopo il rimpasto di fine estate 2014, da ministero con portafoglio è diventato semplice segretariato di Stato, l’astro della gauche Belkacem è stata sostituita dalla quasi sconosciuta Pascal Boistard, e per questo le femministe hanno iniziato ad alzare il volume della loro lagna. La ministra Rossignol si è presentata ieri a Bfm.tv per contestare il “sessismo” che sarebbe presente nel titolo del suo dicastero, ma le suffragette francesi stanno già preparando le cartucce per il suo primo dérapage.

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