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La crisi dei cereali a colazione è colpa del cibo bio

Eugenio Cau
In America Kellogg's è colpita dalla mania per il cibo biologico e ogm free, racconta il Wall Street Journal ed è costretta ad adattarsi all'impazzimento (falso) in tema di alimentazione

Da quando è scoppiata la bolla del cibo biologico e ogm free gli americani, e non solo loro, sono diventati sospettosi dei cereali per la colazione. Da qualche anno a questa parte tutto ciò che non è biologico è considerato malsano, e i pregiudizi sugli organismi geneticamente modificati, pervicaci in Europa, hanno iniziato a farsi strada anche in America, non importa se la comunità scientifica è compatta nello smentirli. Nell’ultimo anno, in America, le vendite di cibo che conteneva sulla confezione la fumosa dicitura di “naturale” sono aumentate dell’11,7 per cento, quelle di cibo definito “biologico” del 14,7. In questo impazzimento alimentare, le compagnie dei cereali sono tra quelle che più ne risentono: i fiocchi di mais saranno ogm? L’orzo soffiato è meglio a chilometro zero? E attenzione ai coloranti nei cereali per i bambini!

 

Il Wall Street Journal racconta oggi in prima pagina le difficoltà e i tentativi di recupero di Kellogg’s, gigante dell’alimentazione ferito gravemente dal boom del biologico. Le vendite sono in calo del 4 per cento nel settore degli alimenti per la colazione, e anche la divisione della compagnia che si occupa di cibo biologico, Kashi, sta subendo un calo delle vendite del 17 per cento rispetto al suo picco, insidiata da compagnie più piccole e più capaci di proporsi al consumatore come “naturali”, “artigianali”. Una delle ragioni del calo di vendite, inoltre, è la difesa da parte di Kellogg’s degli alimenti ogm, considerati (a ragione) sani e convenienti, ma malvisti dagli americani. Oggi Kashi propone delle linee di cereali che oltre a essere biologici sono anche ogm free, seguendo l’esempio di General Mills, la compagnia che produce i Cheerios, che aveva inaugurato linee senza prodotti transgenici l’anno scorso, per ovviare al gran calo di vendite.

 

[**Video_box_2**]Le compagnie devono adeguarsi alla bolla del biologico anche se, come tutte le bolle, anche questa si basa su presupposti errati. Tra questi, l’idea che il cibo biologico sia più sano, più etico e magari più saporito. E’ tutto falso, spiega un articolo pubblicato ieri su Quartz, che riassume le maggiori ricerche sul tema degli ultimi anni e sfata molti miti. Anzitutto, l’agricoltura biologica non è necessariamente meno dannosa per l’ambiente. Il cibo biologico inoltre non produce alcun tipo visibile di beneficio per la salute: di tre grandi ricerche fatte negli ultimi anni (una nel 2009, una nel 2012 e una nel 2014), una non ha rilevato differenze nella salute di chi consuma cibo bio, e le altre due hanno rilevato cambiamenti così piccoli da essere trascurabili. Nelle fattorie bio i lavoratori hanno la stessa possibilità di essere maltrattati che negli stabilimenti tradizionali. E infine, nessuno è mai riuscito a dimostrare che il biologico sia più saporito. Le cose cambiano se si fanno acquisti direttamente da produttori locali, ma le etichette di “biologico” e “naturale” al supermercato non garantiscono vantaggi né di salute né di coscienza – solo un prezzo maggiorato.

  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.