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Editoriali

I tassisti spezzano le reni al governo dei patrioti. Meloni nemica della concorrenza

Redazione

"Ci hanno chiesto di togliere la norma sul cumulo delle licenze. Era la loro principale richiesta, abbiamo tolto questa norma”, ha spiegato il ministro Urso. Così l'esecutivo che doveva fare la guerra ai colossi del web e a ogni lobby, cede di fronte alle pressioni dei taxi e vara una norma pavida e vigliacca

Vogliono spezzare le reni ai colossi del web, ma sembrano tremare di fronte alle minacce dei tassisti; si sbracciano contro le ingerenze delle lobby d’ogni tipo, da Soros in giù, poi al dunque arretrano di fronte al più straccione dei gruppi di pressione, quello delle auto bianche. Rivendicandolo, peraltro, con un candore che sorprende. “I tassisti ci hanno chiesto di togliere la norma sul cumulo delle licenze, un’opportunità a cui rinunciano. Era la loro principale richiesta, abbiamo tolto questa norma”, ha detto Adolfo Urso in conferenza stampa, lunedì. Proprio lui, quello stesso ministro delle Imprese che è convinto di aver fermato l’inflazione con la sola imposizione delle mani (“l’inflazione in Italia nell’ultimo mese scende di 1,2 punti percentuali: un trend consolidato grazie all’effetto del costante monitoraggio dei prezzi effettuato dal Mimit”), proprio quell’Urso lì, insomma, s’è spaventato dei tassinari.

E dunque, come talvolta succede a questa destra quando si affrontano temi che riguardano la concorrenza, si è ceduto con fermezza. Succede coi balneari, altra casta intoccabile per il governo che non ha paura dei “poteri forti” ma coccola quelli deboli; succede coi tassisti. L’unica nuova norma partorita dal Cdm è  quella che consente a città metropolitane,  capoluoghi di provincia e  città in cui ha sede un aeroporto internazionale di mettere a bando nuove licenze, aumentandole fino a un massimo del 20 per cento di quelle esistenti a livello locale. Eccola, la svolta liberale. Che, peraltro, oltre che striminzita è anche poco coraggiosa: perché di fatto Giorgia Meloni così scarica sui comuni la responsabilità di avviare le procedure di gara per assegnare nuove licenze. In sostanza, il governo dice ai sindaci di affrontare, loro, la temibile lobby dei tassisti che a Palazzo Chigi non vogliono scontentare troppo. Intrepidi patrioti?

 

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