Whatever it trolls

Il bluff clamoroso di Urso sui prezzi calmierati

Luciano Capone

Mentre il governo attacca la politica disinflazionistica della Bce, il ministro delle Imprese si prende il merito del calo dell'inflazione e annuncia un piano per “calmierare il carrello della spesa” che è vago, volontario e velleitario

Gli economisti e gli esperti di politica monetaria dovranno studiare tutto daccapo, le banche centrali correranno a rivedere i propri modelli previsionali, i fondi di investimento internazionali saranno colti di sorpresa. L’annuncio del ministro delle Imprese (Mimit) Adolfo Urso, una volta appuratane la fondatezza, è destinato a produrre un impatto senza precedenti nella storia dell’economia. È stato lui, con la sola imposizione delle mani, come direbbe il mago Oronzo, a far abbassare l’inflazione. Siamo oltre il Whatever it takes di Mario Draghi, l’abracadabra che aveva fatto abbassare gli spread nell’Eurozona.

 

Mentre Christine Lagarde naviga a vista con il suo approccio “basato sui dati”, e Fabio Panetta propone l’approccio della “persistenza” dei tassi elevati per domare la brutta bestia dell’inflazione, Urso si prende tutti i meriti dei primi risultati positivi. “Proprio ieri secondo i dati Ocse, l’inflazione in Italia nell’ultimo mese scende dal 7,6% al 6,4%, con un calo di 1,2 punti percentuali”, dice il ministro citando però i dati di due mesi fa (maggio su giugno, anziché quelli di giugno su luglio). “Un trend consolidato grazie all’effetto del costante monitoraggio dei prezzi effettuato dal Mimit”, ovvero il suo ministero.

 

Lo stesso governo che da mesi attacca la Bce è insomma convinto che il calo dell’inflazione non sia dovuto ai nove rialzi dei tassi in 12 mesi, bensì al monitoraggio di Mister Prezzi e agli avvertimenti del ministro. Per fermare l’inflazione non serve la restrizione monetaria della Bce ma basta la parola di Urso, come recitava la réclame del confetto Falqui. Ormai il suo linguaggio ha tutti i crismi di quello di un banchiere centrale. Se nell’ultima conferenza stampa di luglio Lagarde ha detto di essere determinata a “spezzare la schiena all’inflazione”, Urso ha lanciato così la sua nuova misura disinflazionistica: “Con il paniere calmierato siamo convinti di poter dare un definitivo colpo allʼinflazione”. Manca solo un “and believe me, it will be enough”.

 

Il piano prevede di far scattare da ottobre “il trimestre anti inflazione sul carrello della spesa”. Lo strumento, il bazooka di Urso, è un “protocollo di intesa” sottoscritto dal ministro e dai rappresentanti delle associazioni della grande distribuzione (Gdo) e del commercio, che a sua volta prevede di trovare un’altra intesa tra le parti entro il 10 settembre, per offrire – su base volontaria da parte degli aderenti – “prezzi calmierati su una selezione di articoli rientranti nel carrello della spesa e di prima necessità, nel rispetto della libertà d’impresa e delle singole strategie di mercato”. L’obiettivo è “accelerare il processo di rientro dell’inflazione già in corso negli ultimi mesi”. Da questo accordo, che dovrà essere perfezionato con un’intesa, mancano le associazioni dell’industria che si sono tirate fuori. La cosa, ovviamente, complica i piani, visto che la Gdo ha margini risicati e non potrà assorbire eventuali rincari dei produttori a monte.

 

Ma non è un problema, perché l’obiettivo dei prezzi calmierati non è quantificato né vincolante: potrà essere perseguito con “modalità flessibili, purché sussumibili sotto l’egida dell’iniziativa anti-inflazione del Mimit”. Insomma, è tutto vago, volontario e velleitario. Ma evidentemente, Urso è convinto che la sua parola influenzerà le aspettative di inflazione in Italia e nell’Eurozona. Più e meglio della Bce. È la forward guidance della mosca cocchiera.

 

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali