Benjamin Netanyahu (LaPresse) 

editoriali

Guerra in Ucraina, Stati Uniti, riforma della giustizia in Israele. Netanyahu fa chiarezza

Redazione

Il premier israeliano spiega, punto per punto, le prospettive politiche, interne e internazionali, del suo governo. Una serie di segnali incoraggianti

Parlando con il Wall Street Journal, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha detto di voler continuare con la sua riforma della giustizia, ma ha deciso di lasciar cadere le misure più controverse (in particolare quelle che consentono al potere legislativo di ribaltare le decisioni della massima rappresentante del potere giudiziario, la Corte suprema); ha detto che la collaborazione con gli Stati Uniti è forte e profonda, e pazienza se Joe Biden non l’ha ancora invitato alla Casa Bianca, prima o poi si vedranno; ha detto che non ha rifornito l’Ucraina di sistemi di difesa (in particolare il più ambito, l’Iron Dome) perché teme che possano finire nelle mani dell’Iran, ma che ha fatto presente a Mosca che l’alleanza militare con Teheran è un problema molto serio per Israele; ha detto che andrà in visita in Cina e che il presidente Herzog andrà prima di lui, a metà luglio, ma che questo non ha nulla a che vedere con le relazioni con l’America; ha detto che nonostante i rapporti con l’Autorità palestinese non erano così tesi da anni, si oppone ai suoi collaboratori che chiedono di disconoscere questi rapporti, e che continua a sostenere il piano della leadership palestinese deciso con gli Stati Uniti.

 

Netanyahu ripete più volte di essere a caccia del “middle ground”, del compromesso e del punto di incontro, in controtendenza con la sua retorica tranchant e con l’immagine di sé che proietta sull’opinione pubblica. Da questa intervista capiamo che la democrazia in Israele è forte e rispettata (la piazza pacifica ha ottenuto risultati, e non è stata repressa), che Netanyahu tende la mano a Biden perché non è nell’interesse di nessuno una crisi della relazione israelo-americana. Agli ucraini, che giudicano “fittizia e speculativa”, come l’ambasciatore di Kyiv in Israele, la paura che i sistemi di difesa finiscano all’Iran, oppone l’eccezionalità del suo paese, che non si può permettere di concedere vantaggi inaspettati all’Iran. Netanyahu non dice che cosa gli ha risposto Mosca sulla sua relazione “inquietante” con Teheran.

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