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Gli italiani apprezzano la linea Meloni sul Superbonus: il sondaggio

Redazione

Secondo una rilevazione Swg, la maggioranza del campione intervistato pensa che la misura vada prorogata ma ridimensionata di molto. E i criteri indicati sono più o meno quelli adottati dal governo 

Gli elettori apprezzano la posizione del governo Meloni sul Superbonus, o almeno ne comprendono le ragioni. Secondo un sondaggio di Swg, infatti, solo per il 10 per cento degli intervistati il bonus edilizio del 110 per cento è stato “una scelta giusta ed è stato fatto con le modalità giuste”. La stragrande maggioranza, il 58 per cento, ritiene invece che “è stato una scelta giusta ma fatto con le modalità sbagliate”. Mentre il 16 per cento, più degli ultra favorevoli, pensa che il Superbonus è stato “una scelta sbagliata, non andava fatto”. Da questi dati potrebbe sembrare che la maggioranza sia favorevole alla misura varata dal governo Conte II, ma alla domanda su cosa dovrebbe fare ora il governo solo il 16 per cento (prevalentemente elettori M5s) ritiene che il Superbonus andrebbe “prorogato ancora per un po’ di tempo così com’è”. Una quota maggiore, il 20 per cento, pensa che andrebbe “fermato definitivamente”. Mentre un’ampia maggioranza, il 46 per cento, ritiene che vada “prorogato ma ridimensionandolo di molto”, prevedendo ad esempio una “detrazione al 90 o al 65 per cento, vincoli di reddito, niente cessione del credito, esclusione delle seconde case). Che sono, più o meno, esattamente i nuovi criteri adottati da Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti prima in legge di Bilancio e poi con il decreto di febbraio.

Swg registra un crollo repentino del giudizio positivo sul Superbonus, da 73 a 49 punti, da gennaio a febbraio, praticamente  in concomitanza con il cambio di calcolo da parte di Eurostat e il conseguente intervento deciso del governo. E’ anche il segno della bontà del criterio contabile adottato dall’Autorità statistica europea: fino a quando il debito si poteva spalmare su 5 anni i governi erano favorevoli e gli elettori erano entusiasti, ma appena è stato imposto di registrare tutto il deficit in un anno il governo ha chiuso il rubinetto della spesa e i cittadini sono diventati consapevoli del mostruoso costo reale.

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