Marco Tarquinio (Ansa)

Editoriali

Tutti uguali. Per l'Avvenire sulla guerra l'Occidente è colpevole come Putin  

Redazione

Nel giorno dell’anniversario dell’inizio dell’invasione russa, il direttore del giornale della Conferenza episcopale  equipara di fatto chi sta aggredendo gli ucraini e chi li aiuta a difendersi

Nei giorni scorsi l’arcivescovo di Kyiv-Halyc, Sviatoslav Shevchuk, aveva lanciato un appello al mondo e a tutti i fratelli cristiani: “Non lasciateci soli, non abbandonateci”. Il capo e padre della Chiesa greco-cattolica ucraina chiedeva al mondo di “non chiudere gli occhi, che non si stanchi di guardare all’Ucraina” perché “l’indifferenza porta al genocidio”. Per questo monsignor Shevchuk manifestava gratitudine per “l’immensa solidarietà universale della Chiesa cattolica”. Chissà che reazione avrà avuto nel leggere, se gli è capitato, la posizione del giornale della Conferenza episcopale italiana che, di fatto, equipara chi sta aggredendo gli ucraini e chi li aiuta a difendersi, chi li bombarda e chi gli fornisce sistemi anti missile. Ieri, giorno dell’anniversario dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, il direttore dell’Avvenire Marco Tarquinio nel suo editoriale ha scritto che: “Un anno intero è passato, anzi è finito, anzi è stato finito, letteralmente fatto a pezzi nelle terre orientali d’Europa. Un anno intero di tradimenti, di guerra e di propagande di guerra. Quella russa di Vladimir Putin, innanzitutto, ma non di meno quella d’occidente”.

Gli Stati Uniti e l’occidente sono responsabili per la guerra in Ucraina “non di meno” della Russia. Forse di più. Al limite uguale. Ma “non di meno”. Siamo a questo. Dopo un anno di crimini russi, di scuole e ospedali bombardati, di torture e stupri, di furti e rapimenti, di discorsi e azioni genocide, per il direttore dell’Avvenire Putin e Biden, Prigozhin e Stoltenberg, Kadyrov e von der Leyen pari sono. E gli ucraini sarebbero vittime, allo stesso modo, di entrambi. L’indifferenza denunciata da mons. Shevchuk non dovrebbe riguardare solo chi non guarda all’Ucraina, ma soprattutto chi guarda e non riesce a vedere le differenze. Perché è anche con questo  qualunquismo da bar, come in “Ecce bombo”, una sorta di “rossi e neri tutti uguali” in salsa pseudo pacifista, che si abbandonano gli ucraini alla morte e al dispotismo putiniano.