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Editoriali

I dati rovesciano il mantra dei pacifisti

Redazione

È una guerra di noi europei, ma ce la facciamo pagare dagli Stati Uniti: da soli contribuiscono a più della metà dei costi totali sostenuti da ciascun paese occidentale nel supportare l'Ucraina

Ieri l’Economist ha pubblicato la sua tabella quotidiana e scorrendo righe e colonne si vede bene come la frase ripetuta dagli pseudopacifisti nei programmi televisivi italiani – “è una guerra degli Stati Uniti d’America, ma la paghiamo noi!” – andrebbe in realtà ribaltata: “E’ una guerra degli europei, ma ce la facciamo pagare dagli Stati Uniti d’America!”. Il titolo è “Chi sta facendo di più per aiutare l’Ucraina contro la Russia”, nella prima tabella ci sono i costi sostenuti da ciascun paese occidentale alleato di Kyiv suddivisi in aiuti militari nazionali, quota di contribuzione agli aiuti comunitari (se membri dell’Unione europea), aiuti umanitari e valore economico stimato per l’accoglienza data ai profughi ucraini: al primo posto ci sono gli Stati Uniti che da soli contribuiscono per più della metà del valore totale.

 

Il distacco con l’intera Unione europea, al secondo posto, è di quasi venti punti percentuali e il distacco con la Germania considerata singolarmente, al terzo posto, è di più di quaranta punti percentuali. La prima tabella riporta le quantità in valore assoluto, ma la più interessante è la seconda, una classifica della spesa relativa, cioè rapportata alla dimensione di ogni paese, al suo pil. Quelli che stanno aiutando di più l’Ucraina sono, in ordine: Estonia, Polonia, Lettonia, Lituania, Repubblica ceca, Slovacchia, Norvegia. Il motivo è semplice: sono i paesi che – per ragioni storiche o geografiche – hanno più ragioni di temere un’Europa dove Vladimir Putin pensa di poter violare il diritto internazionale e ottenere ciò che vuole con la violenza brutale.  

Dopo quello di Kyiv, che il presidente russo venga fermato è interesse innanzitutto di queste nazioni che, infatti, fanno da traino e dicono:  un Putin impunito è un pericolo  per chi gli è più vicino, noi per primi e poi il resto del continente.  Gli americani, in questa seconda tabella, sono dodicesimi su quindici: i più motivati sono gli europei, ma nella loro battaglia possono beneficiare di molti miliardi di Washington.

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