Salman Rushdie, Foto di LaPresse 

Editoriali

Salman Rushdie è stato pugnalato al collo

Redazione

È successo durante una presentazione a New York. L'intellettuale e scrittore era nel mirino dal 1989, ovvero da dopo aver pubblicato i "Versetti satanici" che lo portarono a una condanna a morte

[Articolo aggiornato domenica 14 agosto ore 10.20]  Migliorano le condizioni di Salman Rushdie: secondo la Bbc infatti, lo scrittore non è più attaccato al respiratore ed è di nuovo in grado di parlare


 

[Articolo aggiornato sabato 13 agosto ore 10.20] Lo scrittore Salman Rushdie rischia di perdere un occhio. "Le notizie non sono buone. Salman è attaccato ad un respiratore, in questo momento non è in grado di parlare", ha fatto sapere l'agente dello scrittore, Andrew Wylie, dopo l'intervento chirurgico durato diverse ore, chiarendo che la situazione per lo scrittore accoltellato al collo e all'addome è più grave di quanto sembrasse. "Probabilmente perderà un occhio, i nervi del suo braccio sono stati recisi e il suo fegato è stato ferito e danneggiato", ha fatto sapere al New York Times. Per l'aggressione è stato arrestato un 24enne del New Jersey, Hadi Matar. In serata una folla di curiosi e vicini si è ammassata davanti alla casa dell'aggressore a  Fairview, in New Jersey, ma è stata allontanata dalla polizia che ha chiuso la strada.


  

Era il giorno di san Valentino del 1989, quando dall’Iran arrivò la condanna a morte di Khomeini: “Informo l’orgoglioso popolo dell’islam che l’autore dei ‘Versetti satanici’ che è contro l’islam, il Profeta e il Corano, e tutti coloro che sono implicati nella sua pubblicazione essendo consapevoli del suo contenuto, sono condannati a morte”. Il giorno stesso Salman Rushdie fu prelevato dalla sua casa a Islington, a nord di Londra, dal servizio segreto inglese, per essere portato nelle oltre cinquanta “case sicure” in cui lo scrittore avrebbe vissuto per dieci anni.

 

Per anni nessuno sapeva dove vivesse. Rushdie scomparve, come in una nuvola. Fu la prima volta che, in nome dell’islam, uno scrittore veniva condannato a evaporare dalla faccia della terra, lui e il suo libro (Rushdie tempo fa ha detto che “oggi nessuno pubblicherebbe ‘I Versetti satanici’”). Soltanto vent’anni dopo Rushdie sarebbe rientrato in società, fra presentazioni pubbliche di libri e una presenza fissa nel dibattito culturale occidentale. Rushdie sembrava averla scampata, fino a ieri. Lo scrittore è stato pugnalato al collo mentre stava per tenere una conferenza a New York.

 

Non si conoscono l’identità dell’aggressore e le condizioni dello scrittore. Ma c’era un clima strano in questi giorni a New York. Prima il complotto per rapire e poi uccidere l’attivista iraniana Masih Alinejad, che ha fondato i “mercoledì bianchi” in cui le ragazze iraniane si tolgono il velo per strada (un uomo è stato fermato con un kalashnikov fuori dalla sua casa). Poi la notizia che nel mirino dell’Iran ci sarebbe finito anche l’ex consigliere per la Sicurezza nazionale John Bolton, super falco contro gli ayatollah. Ora l’attacco a Rushdie. E alle nostre libertà.

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