Editoriali
Israele e l'orrore di Bucha
Il ministro degli Esteri Yair Lapid sui crimini di guerra nella cittadina ucraina
Nella più forte denuncia israeliana dall’inizio della guerra e dell’invasione russa dell’Ucraina, il ministro degli Esteri Yair Lapid ha descritto gli omicidi di Bucha, alla periferia di Kyiv, come “crimini di guerra”. “Ancora una volta, un paese grande e potente ha invaso un vicino più piccolo senza alcuna giustificazione”, ha detto Lapid. “Ancora una volta, il terreno è intriso del sangue di civili innocenti. Le immagini e le testimonianze dell’Ucraina sono orribili. Le forze russe hanno commesso crimini di guerra contro una popolazione civile indifesa. Condanno fermamente questi crimini di guerra”. Anche il premier Naftali Bennett, che aveva intavolato una discussione con Putin e Zelensky su come finire la guerra, ha condannato gli omicidi di Bucha, ma non ha citato la Russia. “Siamo scioccati dalle immagini orribili che escono da Bucha, scene terribili, e le condanniamo fermamente”, ha detto Bennett. “Le immagini sono molto dure. La sofferenza che il popolo ucraino sta affrontando è enorme e stiamo facendo tutto il possibile per aiutare”.
Israele è uno dei pochi paesi che mantiene buone relazioni sia con Mosca sia con Kyiv. È stato finora particolarmente cauto a non turbare la Russia, di cui dice di aver bisogno per effettuare attacchi contro obiettivi legati all’Iran in Siria. Il 5 marzo, Bennett è volato a Mosca per vedere Putin. Poi tre telefonate con Putin e con il presidente ucraino Zelensky. Eppure la posizione del paese – sostenere tacitamente le sanzioni internazionali fornendo solo aiuti umanitari all’Ucraina – sta subendo crescenti pressioni. Rivolgendosi al parlamento israeliano, la Knesset, Zelensky aveva criticato Israele per non aver fatto di più per aiutare il suo paese, avvertendo che avrebbe “dovuto convivere” con le sue decisioni. Più l’orrore della guerra aumenterà, stile Bucha, più per Israele sarà difficile continuare a percorrere questa strada.
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