L'evacuazione ucraina continua. Un treno partito da Odessa (Foto Ansa)

Editoriali

L'evacuazione della sinagoga di Odessa

Redazione

Gli ebrei fuggono dalla città: ecco la denazificazione di Putin in Ucraina
 

Il direttore della più grande sinagoga di Odessa, in Ucraina, ha girato un video in cui, in lacrime, chiede una preghiera per la sua comunità: è iniziata l’evacuazione, durante Sabbath. Odessa, la splendida città che s’affaccia sul mar Nero, una volta ospitava la terza più grande comunità ebraica del mondo. Poi arrivarono i pogrom, la Shoah nazista e le purghe staliniane. La città, che era stata per metà ebraica, aveva solo il 6 per cento di abitanti ebrei quando l’Unione sovietica è collassata e qui la minaccia di guerra suscita ricordi di orrori ancor più che in altri posti. Prima che la guerra iniziasse, a Odessa le persone hanno trascorso gli ultimi giorni a esplorare rifugi antiaerei, mentre i leader religiosi hanno assunto guardie personali e invitato le autorità a studiare dei piani di evacuazione il più rapidamente possibile.
 

 

Mentre parte dell’Ucraina continuava a pensare che la guerra fosse un’eventualità remota e magari circoscritta al Donbas, Odessa la viveva già come una realtà: faceva provviste e assumeva guardie israeliane. Vladimir Putin, presidente russo, ha annunciato l’invasione dell’Ucraina dicendo che è un’operazione di denazificazione del paese. Fa riferimento alla leadership di Kyiv, che secondo la sua versione è corrotta e nazista: il presidente Volodymyr Zelensky, che Putin vuole cacciare, è di origini ebraiche. La promessa di Putin non ha fatto sentire più sicuri gli ebrei di Odessa, che in questi anni non hanno visto una minaccia nella leadership di Zelensky, ma la vedono nell’esercito russo mandato da Putin: uno degli obiettivi è prendere il porto della città che sente il suono di bombardamenti continui.

Ed ecco anche come appare la denazificazione di Putin nelle parole del direttore della sinagoga di Odessa, che è una città famosa per la sua società vivace ed effervescente: Yair Rosenberg dell’Atlantic l’ha definita “l’evacuazione di una delle comunità ebraiche storicamente più rilevanti mentre l’esercito russo dà la caccia al presidente ebreo dell’Ucraina”.

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