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Fine del mercato tutelato di gas ed elettricità: ecco cosa cambia da oggi
Mentre per il gas l'ingresso nel mercato libero è già scattato, si stanno svolgendo in queste ore le gare per l’assegnazione dei clienti dell’energia elettrica rimasti ancora nel regime tutelato e considerati “non vulnerabili”. Ma molte sono ancora le incognite che avvolgono il passaggio
È una giornata decisiva per il futuro di gas ed elettricità: se per il primo è scattato ufficialmente il passaggio al mercato libero, per il secondo l’addio al regime di maggior tutela avverrà fra qualche mese (30 giugno), ma con un primo importante passo in avanti già da oggi. Si stanno svolgendo in queste ore infatti, dopo il rinvio concordato di un mese, le gare per l’assegnazione dei clienti dell’energia elettrica rimasti ancora nel regime tutelato e considerati “non vulnerabili” (esclusi gli over 75, i disabili e chi vive in condizioni di salute gravi o economicamente svantaggiate). Dal primo luglio tale platea, che ammonta a oltre 4 milioni e mezzo di persone, se non avrà scelto nel frattempo di passare al mercato libero entrerà nel “Servizio a tutele graduali” (Stg), la cui scadenza è prevista nel 2027. Le aste di oggi servono quindi per la spartizione fra i diversi operatori delle forniture del Stg.
Le aste
Sono venti gli operatori coinvolti nelle gare di oggi, dopo la riammissione (con riserva) da parte del Tar di Octopus Energy, azienda britannica inizialmente esclusa a causa di uno dei requisiti richiesti, cioè una base minima di 100 mila clienti al 31 giugno scorso. Fra le altre regole decise da Acquirente Unico – la società che gestisce le aste – vi è il limite massimo di 7 lotti aggiudicabili (su un totale di 26 lotti in cui sono stati divisi i 4,5 milioni di interessati), assieme a un tetto pari a 5 volte il numero di clienti iniziale. La gara prevede un’offerta a busta chiusa non rilanciabile: vince l’azienda che offre il prezzo più basso. L’esito provvisorio delle aste per ora non sarà reso pubblico e verrà comunicato ai partecipanti domani. Seguirà quindi un’asta di riparazione, nel caso molto probabile in cui non si riescano a rispettare i vincoli sopra citati. L’esito definitivo, se i tempi non si dovessero allungare, verrà reso noto il prossimo 6 febbraio; ma è probabile che abbondino i ricorsi, visti i numerosi dubbi ancora da sciogliere.
Le incognite
A complicare il quadro sono gli emendamenti al Dl energia ora approdato alla Camera, che si stanno moltiplicando nelle ultime ore. A cambiare radicalmente lo scenario sarebbe nello specifico una delle modifiche proposte, che per ora trova d’accordo i gruppi parlamentari, secondo la quale oltre agli utenti dovrebbero passare al nuovo operatore anche i lavoratori finora impiegati nel servizio a maggior tutela. Se un emendamento di questo tipo dovesse passare, i costi per le aziende vincenti aumenterebbero e, di fatto, sarebbe necessario imbastire una nuova asta alle nuove condizioni. Non solo. Fra le incognite sul tavolo c’è anche il futuro dell’altra fetta di utenti “vulnerabili” che rimarrà momentaneamente nel mercato tutelato (circa 5 milioni di persone), la cui gestione è di competenza dell’Arera. Quest’ultima ha però chiesto un rinvio fino a dicembre 2024 e pertanto non si sa ancora se – quando verrà il momento – anche per gli utenti “vulnerabili” verrà organizzata un’asta simile a quella di oggi o meno.
Infine, un ultimo problema riguarda la domiciliazione bancaria della bolletta, per la quale il governo ha garantito la transizione automatica da un operatore all’altro. L’Arera ha fatto sapere di non essere in grado di soddisfare tale richiesta: un altro grattacapo che dovrà trovare soluzione in un emendamento.
Il mercato libero del gas
Oggi nel frattempo è avvenuto, come detto, il passaggio definitivo al mercato libero del gas per oltre 6 milioni di famiglie considerate “non vulnerabili”. Per coloro che non hanno ancora scelto un nuovo operatore, è previsto l’ingresso nel regime “Placet” (Prezzo libero a condizioni equiparate di tutela): in sostanza la tariffa, della validità di un anno, viene liberamente stabilita dal venditore, mentre le condizioni contrattuali restano di competenza dell’Arera. Anche in questo caso però, la transizione al mercato libero è ricca di incertezze, con le associazioni a tutela dei consumatori che temono un aumento del costo delle bollette e, in generale, una disomogeneità nelle offerte fra nord e sud a svantaggio di quest’ultimo.
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