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L'analisi

L'addio di Giannini alla Stampa. Che resterà del cuore del gruppo di Elkann?

Stefano Cingolani

Da tempo si parla di una divisione del lavoro tra le due principali testate, accentuando il carattere nazionale di Repubblica e quello regionale della Stampa

Riuscirà John Elkann a dare un assetto stabile al gruppo Gedi acquistato nel novembre 2019 dalla Cir dei De Benedetti per 102 milioni di euro? Sarà davvero in grado di mantenere le sue promesse su un “polo dei media” di spessore internazionale, autorevole punto di riferimento in Italia e all’estero? Sembrano domande imbarazzanti, ma non sono capziose, al contrario dopo il cambio al vertice della Stampa annunciato ieri sono più che fondate. Massimo Giannini passa la direzione al suo vice Andrea Malaguti e torna alla Repubblica. “Giornalista di solide capacità ed esperienza, cresciuto all’interno del quotidiano torinese”, così lo definisce l’ad della Gedi Corrado Corradi, Malaguti “assume l’incarico con il compito di imprimere ulteriore slancio al processo di innovazione in atto, ponendo particolare cura nel rafforzare il legame unico tra la Stampa e i lettori del suo territorio”.

Molti osservatori hanno sottolineato con la matita rossa questa missione alla quale va dedicata “particolare cura”. Da tempo si parla di una divisione del lavoro tra le due principali testate, accentuando il carattere nazionale di Repubblica e quello regionale della Stampa. Se sono i direttori e non solo gli editori a dare il volto e la linea editoriale di un giornale, la scelta sembra coerente. Malaguti ha scritto soprattutto inchieste di costume e di interni, è stato inviato su un territorio che conosce a menadito così come Giannini conosce i corridoi dei passi perduti nel Palazzo del potere romano. Anche l’avvicendamento al vertice del quotidiano genovese il Secolo XIX potrebbe dare una ulteriore conferma: il direttore Luca Ubaldeschi lascia non solo il giornale, ma il gruppo Gedi, al suo posto va Stefania Aloia vicedirettrice di Repubblica. Giannini potrà prendere la poltrona di Maurizio Molinari nel quotidiano di Largo Fochetti? Lo si dice da tanto, probabilmente troppo tempo. Finora la Stampa e Repubblica hanno fatto canto e controcanto puntando molto sulla politica interna. E’ probabile che adesso il compito ricada tutto sul quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, è nelle sue corde e nella sua natura.

Repubblica guiderà l’opposizione pura e dura al governo Meloni e alla nuova destra. Il problema numero uno, però, sarà comunque ampliare la circolazione ormai lontana da quella del Corriere della Sera. Gli ultimi dati di luglio vedono il quotidiano milanese controllato da Urbano Cairo a 247.781 copie tra cartaceo e digitale contro le 152.994 di Repubblica, al terzo posto dopo la Gazzetta dello Sport, mentre la Stampa è a 85.885, sesta, superata anche dal Sole 24 Ore e Avvenire. Il Corsera ha perso meno di un punto percentuale, Repubblica il 2,4 per cento.

Gedi ha chiuso il bilancio in attivo l’anno scorso per la prima volta (due milioni di euro) grazie al digitale e soprattutto alle cessioni della Nuova Sardegna e dell’Espresso. I primi due anni sono stati disastrosi. Nel 2020 aveva venduto il Tirreno e i quotidiani emiliani. Nell’agosto scorso è stato raggiunto l’accordo per cedere sei testate del nord-est a una cordata di imprenditori locali guidata dalla Finint di Enrico Marchi. L’intesa sarà operativa dal prossimo mese, le plusvalenze verranno calcolate nel bilancio 2023. Finora, dunque, è prevalsa la strategia del carciofo, la società editoriale dei De Benedetti è stata ridimensionata foglia dopo foglia, adesso è il momento di capire cosa accadrà del “cuore” rimasto. Si rincorrono le indiscrezioni sulla volontà di vendere tutto, anche se Exor nega. Ma Gedi sembra una fortezza assediata. Se venisse una congrua offerta da Danilo Iervolino, che aveva acquistato l’Espresso, magari insieme ad altri come l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo che controlla il Riformista diretto da Matteo Renzi, ebbene Elkann avrà non tanto le munizioni, ma le idee e la voglia di reagire fino in fondo?

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