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Editoriali

Operazione trasparenza sul Superbonus

Redazione

Per gestire i crediti incagliati è meglio che il Mef spieghi i suoi “trucchi”. Un dilemma contabile e un problema reale

È ormai evidente che il bilancio dello stato è zavorrato dal Superbonus, e più in generale dai bonus edilizi: 120 miliardi di crediti fiscali emessi prevalentemente dal 2021 al 2023 e da riassorbire, ovvero pagare, nei prossimi quattro anni per oltre 20 miliardi l’anno (1 punto di pil). Il Mef, oltre che il problema economico, ha di fronte un dilemma contabile. La classificazione Eurostat dei bonus come “pagabili” ha fatto aumentare il deficit degli anni passati, lasciando dei margini per gli anni futuri. Ma data la grande mole di crediti incagliati, ovvero non assorbiti da un sistema bancario ormai saturo, qualora questi certificati andassero persi ci sarebbe la facoltà da parte di Eurostat di rivedere la propria decisione ridefinendo il Superbonus “non pagabile”.

  

Per lo stato, al netto del danno economico per proprietari e imprese, ci sarebbe un vantaggio sul lato del debito pubblico (visto che molti miliardi di crediti non verrebbero riscossi), ma la riclassificazione ridisegnerebbe il profilo del deficit: migliorerebbe per gli anni passati e peggiorerebbe per quelli futuri. Dal punto di vista contabile nessuna differenza, ma da quello politico cambierebbe molto perché il deficit peggiorerebbe con il ritorno del Patto di stabilità europeo. Allora il Mef, come anticipato dal Corriere della sera, sta pensando a una soluzione: una grande emissione di Btp per ritirare crediti fiscali dal mercato

   

L’operazione consentirebbe l’assorbimento dei crediti incagliati, ma al costo di aumentare il debito pubblico subito. Di contro, però, il debito più alto scenderebbe più rapidamente nei prossimi anni. Il vantaggio potrebbe essere quello di ridurre il fabbisogno per i prossimi anni, dato che lo stato ricomprerebbe i crediti a sconto; lo svantaggio quello di allarmare i mercati con un debito che sale facendo salire lo spread. Il dilemma è contabile, ma il problema è reale. In ogni caso, serve un’operazione di trasparenza sui bonus da parte del governo, sia nei confronti dei contribuenti che pagano le tasse sia nei confronti dei mercati che comprano il debito.

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