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Editoriali

L'inflazione supera ancora le attese

Redazione

Macché pause della Bce: possibile già oggi una nuova stretta monetaria. Si rafforza il fronte che punta al decimo rialzo consecutivo dei tassi

L’inflazione Usa supera le attese (3,7 per cento ad agosto) lasciando intatte le probabilità di un rialzo nella prossima riunione della Fed. E anche quella europea, pur dimezzata dai massimi di ottobre 2022, si mostra persistente soprattutto in termini prospettici facendo pendere l’ago della bilancia per una nuova stretta monetaria invece che per una sosta. Secondo un’anticipazione dell’agenzia Reuters, la Bce (che si riunisce oggi) prevede che l’inflazione rimarrà al di sopra del 3 per cento l’anno prossimo e questo rafforza le ragioni del fronte dei “falchi” che punta al decimo rialzo consecutivo dei tassi. La proiezione aggiornata per il 2024 è ben al di sopra dell’obiettivo del 2 per cento dell’Eurotower e sarà superiore al 3 per cento previsto a giugno. E’ anche più alta del 2,7 per cento rilevato da un sondaggio condotto dalla stessa Reuters tra gli economisti.

Fino a pochi giorni fa le probabilità di un nuovo aumento venivano considerate dagli operatori di mercato alla stessa stregua di quelle di una pausa, evento quest’ultimo che potrebbe essere favorito dal fatto che per convenzione nella riunione di settembre alcuni falchi (per esempio Germania e Belgio) non votano. Ma nelle ultime ore qualcosa è cambiato facendo propendere per la prima ipotesi, complici le ultime proiezioni sull’aumento dei prezzi al consumo di qui ai prossimi mesi.

La banca d’affari BofA, per esempio, si aspetta un incremento di 25 punti base (cosa che porterebbe il tasso di deposito al 4 per cento) spiegando che ci sono quattro ragioni che supportano tale scelta: prospettive di crescita più deboli dell’Eurozona, ma nessuna recessione; inflazione quasi (o completamente) convergente verso l’obiettivo entro la fine del periodo di previsione ma ancora forte a breve termine; piccoli aumenti delle aspettative di inflazione e dei costi unitari del lavoro; nessuna prova chiara di un picco dell’inflazione core. Insomma, l’ultimo miglio della lotta al caro prezzi messo in atto sia dalla Fed sia dalla Bce appare più arduo del previsto. E chissà quale delle due si fermerà per prima.

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