(foto Ansa)

Chi è Bernardo Mattarella, il successore di Arcuri in Invitalia

Stefano Cingolani

Amministratore delegato del Mediocredito, un percorso circolare tra banche e finanziarie pubbliche, con ruoli di punta. Ora il nipote del capo dello stato è in pole per guidare la "nuova Iri"

Aggiornamento del 30 Giugno 2022. Bernardo Mattarella è stato nominato amministratore delegato di Invitalia, l'agenzia nazionale per lo sviluppo d'impresa, il nuovo presidente è invece Rocco Sabelli. Le nomine sono state proposte dal ministro dello Sviluppo economico d’intesa con il ministro dell’Economia e delle Finanze. Mattarella prende il posto di Domenico Arcuri, ad di Invitalia dal 2007.

 


 

Digitate su Google Bernardo Mattarella, troverete che fin dal marzo dello scorso anno è in lista d’attesa per sostituire Domenico Arcuri che non molla il vertice di Invitalia dal lontano 2007. Adesso, dopo aver sistemato le poltrone di spine alla Fincantieri, i plenipotenziari di Mario Draghi per le nomine cioè Francesco Giavazzi e Antonio Funiciello debbono chiudere il dossier e sistemare una situazione ormai precaria in cima alla “nuova Iri” (definizione tanto impropria, quanto mediatica).

Il “presidenzial nipote” resta in cima alla lista, anche se ci sono altri candidati in attesa, si parla di Carlo Tamburi uscito dall’Enel il primo aprile (e non è uno scherzo). Il cognome è una garanzia, ma non l’unica né la più importante. Non che Bernardo Mattarella voglia in qualsiasi modo disconoscere la famiglia, tutto il contrario. A Paolo Bricco del Sole 24 Ore che lo ha incontrato nel luglio scorso per un pranzo sulla terrazza della casa romana, a Monte Mario, ha ricordato con affetto quel legame che lo riporta sempre al cuore della Sicilia. Niente di meglio che citare le sue parole: “Mio padre Nino è un avvocato di diritto del lavoro. Ha insegnato prima all’università di Macerata e poi alla Sapienza. Mio nonno Bernardo, che già era stato membro dell’Assemblea costituente fra il 1946 e il 1948, insieme alla moglie Maria Buccellato si trasferì definitivamente da Palermo a Roma negli anni ’50 per fare prima il ministro della Marina mercantile e, poi, il ministro dei Trasporti, del Commercio con l’estero e delle Poste. Mio padre e sua sorella Marinella, crescendo, scelsero di rimanere a Roma. Invece, i loro fratelli Piersanti (ucciso dalla mafia, ndr.) e Sergio (il Presidente, ndr.) decisero, da giovani, di tornare a Palermo. Mia madre Mariuccia appartiene alla famiglia degli Ziino. Suo bisnonno, Ottavio, era l’avvocato della dinastia dei Florio. Mio nonno si chiamava Bernardo. Io mi chiamo Bernardo. I figli di Piersanti e di Sergio si chiamano Bernardo. E tutti e tre noi cugini tifiamo per l’Inter”.

 

Nato nel 1966 a Roma con le radici ben piantate in Sicilia (sua moglie Claudia Palazzolo è palermitana e hanno un figlio Enrico che studia economia alla Luiss), dopo la laurea in Economia alla Sapienza, passati sei mesi da un commercialista con due tramezzini al giorno come paga, Bernardo IV (in ordine cronologico) entra nella Arthur Andersen una delle principali società di revisione. Siamo nel 1990 il sistema bancario italiano s’avvia sul lungo, accidentato, mai concluso percorso verso la modernizzazione e Bernardo Mattarella comincia a spulciare i bilanci della Cassa di Risparmio di Foligno, poi tocca a quelle di Pesaro, Perugia e Jesi. Nascono le Fondazioni nelle quali confluiscono le proprietà immobiliari delle casse.

Nel 1997 viene assunto dal Mediocredito Centrale, azionista il Tesoro, e qui viene spedito in Sicilia come banchiere: si occupa della Sicilcassa in liquidazione e poi del Banco di Sicilia da salvare (finirà in Capitalia e poi di qui in Unicredit). Nel 2007 entra in Invitalia come chief financial officer (un tempo: direttore finanziario). Dieci anni dopo torna al Mediocredito da amministratore delegato. Un percorso circolare tra banche e finanziarie pubbliche, con ruoli di punta, il che gli dà tutti i requisiti per prendere il posto di Arcuri. Ma con quali obiettivi? Questa è la domanda chiave quando si parla di Invitalia nata nel 1999 (governo D’Alema) come agenzia del Tesoro per attrarre gli investimenti con il nome di Sviluppo Italia e che diventa, con l’acquisizione della maggioranza dell’Ilva, la principale holding di partecipazioni statali insieme alla Cassa depositi e prestiti, una metamorfosi avvenuta quasi per caso o meglio per affrontare emergenze ad alto potenziale politico.

Oggi c’è una grande pressione affinché si trasformi nella “nuova Iri” da tanti sospirata, soprattutto dopo che la Cdp con la gestione Scannapieco ha intenzione di privilegiare gli investimenti al possesso di pacchetti azionari. Bernardo Mattarella durante la pandemia ha gestito il Fondo di garanzia accogliendo richieste per 180 miliardi di euro. E ha toccato con mano quanto la pubblica amministrazione abbia bisogno di quel salto di qualità che ancora manca e ciò minaccia l’attuazione del Pnrr. E’ una priorità insieme allo sviluppo del Mezzogiorno mai decollato nonostante le ingenti distribuzioni di denaro pubblico. A Paolo Bricco ha offerto un menù tutto siciliano dall’antipasto al dessert, vini compresi; dettagli rivelatori. Se guiderà Invitalia, dovrà rimboccarsi le maniche.

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