Christine Lagarde (foto LaPresse)

Perché la Bce fa bene a dare liquidità alle banche e a rinviare i junk

Mariarosaria Marchesano

Lagarde delude i mercati ma secondo l’economista Altomonte non esiterebbe a comprare i titoli “spazzatura” dell’Italia

Milano. Nel gergo finanziario, c’è un termine, “fallen angel” (angeli caduti), per indicare quelle obbligazioni che a causa di un improvviso peggioramento delle condizioni finanziarie della società che le emette precipitano nello stato di “junk bond” (titoli spazzatura, sotto il livello di investimento) anche se poi possono uscirne se la crisi viene superata. In Europa, secondo uno studio di Bofa, ci sono stati da inizio anno 22 miliardi di euro di “angeli caduti”, in buona parte titoli del settore auto. Ebbene, nelle scorse settimane la Bce, che storicamente si è sempre tenuta alla larga dai rating “spazzatura”, ha deciso che accetterà temporaneamente obbligazioni di questo tipo come garanzia per i prestiti alle banche. Non solo. L’Eurotower ha anche aperto all’acquisto di titoli di Stato greci, che sono a livello junk. Sono bastate queste due mosse per accendere nei mercati l’aspettativa che la Banca centrale europea potesse fare un ulteriore passo includendo direttamente i titoli “spazzatura” nel suo programma di acquisti di emergenza pandemico, il Pepp. Ma il Consiglio direttivo di giovedì “non ha discusso di junk bond”, come ha precisato la presidente Christine Lagarde durante la conferenza stampa. “Come mai nessuno chiede dei Peltro, ci sono domande sui Peltro?”, ha detto riferendosi a quella che è stata la vera novità dell’annuncio di giovedì che, però, nel suo insieme ha deluso gli investitori, come si è visto dal netto calo con cui hanno chiuso tutte le Borse europee e la fiammata dello spread italiano salito sotto la soglia di 240 punti. La preoccupazione maggiore è che possa venire a mancare un paracadute all’Italia se, dopo Fitch, anche Moodys’ decidesse l’8 maggio di declassare il nostro debito pubblico che già valuta una sola tacca sopra il livello “spazzatura”. E su questo punto a risposta della Lagarde (“Non tollereremo alcun tipo di frammentazione della zona euro”) non è risultata abbastanza convincente. “C’è stata credo una sopravvalutazione del tema junk bond – dice al Foglio Carlo Altomonte, ordinario di politiche economiche europee all’Università Bocconi e membro del think thank Bruegel – Lagarde ha insistito, e ha fatto bene, sul principale canale di trasmissione della politica monetaria che è quello bancario. Ha ridotto i tassi per i prestiti Tltro, ha introdotto un nuovo strumento, i Peltro, che servono, appunto, a incentivare ulteriormente il sistema bancario a far arrivare liquidità all’economia e, infine, ha detto in tutti i modi che il programma di acquisti pandemico da 750 miliardi è uno strumento flessibile che può essere aumentato o esteso in qualsiasi momento, il che vuol dire che non è esclusa l’ipotesi che in futuro possa includere anche i junk bond. Andrebbe tenuto in considerazione che la Bce non si muove nello stesso modo della Federal reserve, che si interfaccia in modo più diretto con il sistema finanziario. La Bce stimola le banche in modo che facciano circolare il più possibile la liquidità”. Insomma, come si dice in questi casi: “Bank is the king”. E’ anche vero, però, che l’annuncio di giovedì della Bce deve essere apparso fin troppo cauto rispetto alla sua stessa strategia che, secondo un’opinione diffusa, rappresenta finora l’unica risposta decisa all’emergenza Covidin Europa. E poi di tempo non ce n’è molto. Cosa ne sarà dell’Italia se tra pochi giorni Moody’s dovesse peggiorare il suo giudizio sul merito di credito? “Per portare la credibilità dell’Italia a livello junk occorrerebbero i rating negativi di almeno due agenzie, ma è chiaro che le vendite sui titoli di stato scatterebbero subito perché i mercati si muovono in anticipo – continua Altomonte – Detto questo, non c’è alcun tipo di segnale che Moody’s si muoverà in questa direzione e, qualora fosse necessario, la Bce non avrebbe nessuna esitazione ad acquistare titoli italiani come sta facendo con quelli della Grecia”.

Mariarosaria Marchesano

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