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Il navigator è volato via

Luciano Capone

Nel mezzo della crisi Anpal è senza un piano industriale (era talmente debole che è stato respinto dal cda) e Mimmo Parisi se ne torna in America (tenendo la poltrona)

Roma. “Tornerò più motivato di prima”, ha detto prima di andarsene. E non si è capito bene se sia un impegno o una minaccia. Al momento si sa che “Mimmo” è partito – chissà se con il solito volo in business class – e che è in America. E nient’altro. Non si sa quando tornerà né se quando vorrà potrà farlo, visto il blocco ai voli internazionali a causa dalla pandemia. Non lo ha scalfito neppure la bocciatura da parte del cda da lui presieduto. Domenico “Mimmo” Parisi, l’uomo venuto dal Mississippi per regalarci i navigator e messo da Luigi Di Maio al vertice dell’Anpal, si era presentato lo scorso 26 marzo in consiglio di amministrazione con il piano industriale triennale 2020-2022 dell’Agenzia nazionale per le politiche attive, a cui ha lavorato per 13 mesi. Certo, se ne sono andati già i primi tre mesi del 2020, ma tutti pensavano che il ritardo fosse giustificato dall’importanza di questo piano a lungo tenuto segreto e dal suo necessario adeguamento allo sconvolgimento del mercato del lavoro prodotto dal coronavirus.

  

E invece il piano industriale presentato da Parisi era talmente debole che è stato respinto dal cda di Anpal, composto dallo stesso Parisi, dal capo della segreteria tecnica del ministero del Lavoro Giovanni Capizzuto e dall’assessore al Lavoro della regione Lazio Claudio Di Berardino in rappresentanza della Conferenza delle regioni. Con le quali, però, non c’era stata alcuna condivisione. Quanto all’emergenza coronavirus, poi, viene indicata come un elemento di contesto a cui è dedicato un paragrafetto su oltre 100 pagine, anziché il punto principale da cui partire. E così il cda ha deciso di non approvare il piano di Parisi, ma ha comunque approvato la stabilizzazione dei precari dell’Anpal senza un piano industriale.

 

Nessun problema per Parisi. Il giorno dopo il cda, il 27 marzo, ha assunto un altro ruolo nella sua università americana, la Mississippi State University, come “senior advisor for European development”. Forte del nuovo incarico, Mimmo ha salutato ed è volato via.

 

Così, in piena emergenza sanitaria ed economica, l’Anpal è senza bussola e senza navigator: non c’è un piano industriale e non c’è il presidente che – date le limitazioni internazionali sugli spostamenti – non si sa neppure come e quando potrà tornare. Parisi ha lasciato l’Italia ben consapevole che, data l’esplosione dell’epidemia negli Stati Uniti, sarebbe stato lontano da Roma a tempo indeterminato. Naturalmente la tecnologia consente le comunicazioni e lo smart working, ma non è così semplice a 8.400 chilometri di distanza e soprattutto con 7 ore di fuso orario di differenza.

 

E’ evidente che gli interessi e gli affetti di Parisi siano a Starkville, in Mississippi, ma a questo punto non si comprende cosa ci faccia ancora in Anpal. Al momento non ci sono stati neppure chiarimenti, né da parte del ministero del Lavoro né dell’Anpal sulle spese eccessive del professore italo-americano: 71 mila euro di voli in business class per i suoi viaggi mensili in America, 50 mila di noleggio con conducente, 30 mila euro di affitto a Roma. Tra l’altro il nuovo incarico in Mississippi riapre la questione mai risolta della sua incompatibilità. Il presidente di Anpal deve lavorare a tempo pieno e non può avere altri rapporti di lavoro subordinati o in conflitto di interessi. La Mississippi State University, dove lui era professore e direttore di un centro di ricerca, gli aveva concesso un anno di aspettativa (leave of absence). Non solo quella aspettativa è scaduta e non si sa se sia stata rinnovata, ma Parisi ha ottenuto un incarico “part-time”: dovrà “migliorare la visibilità e la reputazione in Europa” della Mississippi State University, procacciare “nuove partnership internazionali” alla sua università. Questo incarico, per cui Parisi dovrà riferire direttamente al rettore dell’Università, è in evidente incompatibilità, visto che lo statuto Anpal prevede che il suo presidente lavori full-time e non abbia altri rapporti di lavoro subordinati. Tutto questo mentre il paese ancora attende il fantomatico software per la “fase 2” del reddito di cittadinanza, che avrebbe dovuto fornire una app per “incrociare domanda e offerta di lavoro”.

  

Il paese sta entrando in una crisi economica e occupazionale senza precedenti, in cui le politiche attive e del lavoro saranno fondamentali, e l’Agenzia che se ne occupa è allo sbando. L’Anpal è senza un piano industriale, senza idee e senza app, ma con un presidente-navigator lautamente pagato dai contribuenti italiani che vive a tempo indefinito dall’altra parte del mondo, dove si occupa degli affari della sua università. Mimmo Parisi è più abile e fortunato di Cristoforo Colombo: l’America l’ha trovata due volte, prima in Mississippi e poi in Italia.

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali