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Di cosa parliamo quando parliamo di Tltro

Mariarosaria Marchesano

La Bce rivede al ribasso la crescita dell’Eurozona e lancia un terzo round di liquidità per sostenere le banche. L’Italia è stata finora il paese che ha più beneficiato dei prestiti con 240 miliardi su 740 

Milano. La tanto attesa decisione è arrivata. La Banca centrale europea guidata da Mario Draghi lancia, con decisione unanime del Consiglio direttivo, un nuovo programma biennale di prestiti agevolati alle banche, a partire da settembre 2019 fino a marzo del 2021. Si tratta del terzo round dei cosìddetti Tltro (Targeted longer term refinancing operation) che hanno lo scopo di immettere liquidità nel sistema finanziario e, almeno in teoria, spingere le banche a erogare credito a imprese e famiglie. "Queste nuove operazioni - spiega la Bce - aiuteranno a mantenere condizioni di credito favorevoli per le banche e ad avere una trasmissione efficace della politica monetaria”.  A spingere l'Eurotower verso questa decisione è la presa d'atto che l'economia dell'Eurozona crescerà meno del previsto quest’anno e i prossimi due (le nuove stime sono dell'1,1 per cento nel 2019, 1,6 nel 2020, 1,5 nel 2021 mentre le precedenti erano 1,7 per 2019-2020 e 1,5 per il 2021). 

    

Ma che effetto hanno avuto le passate edizioni di Tltro? Sono davvero servite per sostenere l'economia reale? Con 240 miliardi di finanziamenti agevolati, l'Italia è stato il paese che ha maggiormente beneficiato del secondo programma, messo in campo dalla Bce nel 2016.

   

Nel complesso, in quattro aste distinte di cui l'ultima a settembre 2018, sono stati assegnati alle banche europee 740 miliardi di euro e l'Italia ha ottenuto la porzione maggiore, seguita dalla Spagna e, con uno scarto maggiore, da Francia e Germania. Tutti e quattro i paesi, insieme, coprono oggi l'84 per cento del totale erogato. Secondo un'analisi di Intesa Sanpaolo-Banca Imi, “da giugno scorso si sono aperte le finestre di rimborso anticipato delle operazioni Tltro II, che da qui al 2021 costituiranno il fattore principale di drenaggio della liquidità dell'Eurozona a meno che la Bce non offra al mercato uno strumento sostitutivo”, cosa che, infatti, oggi è avvenuta. Ammontanto, infatti, a 380 miliardi i prestiti che scadono tra poco più di un anno, nel 2020. Un punto di domanda che si pone oggi che la Banca centrale ha annunciato il terzo round di prestiti, è se le nuove risorse potranno essere utilizzate dalle banche per rimborsare anticipatamente i finanziamenti in scadenza visto che questa possibilità è stata finora esplicitamente prevista dal programma, ma non è certo che venga riproposta negli stessi termini. Tutto dipenderà dalle linee guida e dalle specifiche tecniche che accompagneranno la terza edizione di Tltro.

    

Quello che può sembrare un aspetto burocratico di questa misura di politica monetaria che per la verità sembra l'unica rimasta nella famosa “cassetta degli attrezzi” di Draghi, è, invece, una questione di fondamentale importanza sia per le banche italiane (ma non solo) sia per il sistema economico del paese, soprattutto dopo che l'Ocse ha rivisto fortemente al ribasso le stime di crescita del paese per il 2019 (-0,2 per cento). Come si affronta una recessione, seppure di breve periodo, senza incoraggiare gli investimenti? Se, però, le banche utilizzano i Tltro per ricomprare, magari anticipatamente, i vecchi finanziamenti in scadenza, l'economia reale non ne beneficia e si risolve tutto in una partita di giro a beneficio del sistema creditizio, che ha bisogno di liquidità per preservare i suoi requisiti di solidità patrimoniale. E' questa una delle critiche sottostanti ai malumori dei movimenti populisti in ascesa in diversi paesi dell'Eurozona i quali vedono in un sistema “bancocentrico” la causa della crescita delle diseguaglianze. Ma anche un banchiere di lungo corso come Corrado Passera, nel giorno del debutto della sua Illimity Bank in Borsa, ha voluto sottolineare l'importanza che questi prestiti vengano erogati alle banche garantendone la destinazione alle imprese e il loro utilizzo per incentivare occupazione e crescita.

       

Nei bollettini della Bce che riportano i risultati di ricerche sull'impatto esercitato nel tempo da questo tipo di interventi viene spiegato che i Tltro hanno sempre garantito una forma di stimolo all'economia reale, fosse anche solo indirettamente attraverso la stabilizzazione delle condizioni di finanziamento dal sistema bancario alle imprese. In particolare, nel bollettino di marzo 2017 è messo in evidenza il maggior volume di credito erogato dalle banche che hanno partecipato ai finanziamenti Tltro rispetto al resto del campione, con un dettaglio per i paesi più vulnerabili tra i quali c'è l'Italia. Se, però, si cercano dati più specifici sui paesi e sulle singole banche, non è possibile trovare riscontro di quanta parte di questi prestiti sia andata a diretto sostegno dell'economia. L'unica cosa certa è che finora il Tltro è stato basato su un meccanismo a doppio binario: le banche 'virtuose', cioè quelle il cui ammontare di prestiti a imprese e famiglie superano una certa dimensione in un determinato periodo, sono state premiate con un tasso d'interesse negativo (-0,4 per cento) mentre tutte le altre hanno preso a prestito le risorse dalla banca centrale a tasso zero. In altre parole, in alcuni casi la Bce ha pagato gli istituti di credito per spingerli a fare il loro mestiere e in altri ha fornito loro la liquidità necessaria per sopravvivere.  

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