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Il mini rally dei mercati ha esaurito il suo slancio, troppe nubi all'orizzonte

Mariarosaria Marchesano

Male l'industria tedesca, che a gennaio registra una battuta d'arresto. Investitori cauti in attesa del giudizio di Moody's sul debito pubblico italiano e del prossimo voto sulla Brexit. A Piazza Affari dominano i casi Banca Ifis e Telecom

Milano. Una seduta piatta, almeno nelle prime ore, apre una nuova settimana a Piazza Affari dopo il tonfo seguito alle decisioni-previsioni della Bce, che giovedì scorso ha scelto di lasciare invariati i tassi almeno fino alla fine di quest'anno e di dare liquidità alle banche. Il listino milanese ruota intorno alla parità con lo spread che si è assestato poco sopra 240 punti base e il rendimento dei btp decennali sceso al 2,45 per cento. Dal fronte americano si registra una nuova presa di posizione della Federal Reserve, Jerome Powell, il quale, in una delle rare interviste concesse finora, ha confermato che manterrà la linea "paziente" sulla politica monetaria (il che vuol dire che almeno per un po' la Fed non aumenterà i tassi d'interesse) mentre l'attenzione degli investitori in Europa è concentrata sul dato della produzione industriale tedesca, diffuso stamattina presto e risultato molto inferiore alle attese (a gennaio c'è stato un arretramento dello 0,8 per cento a fronte di un incremento previsto dello 0,4 per cento).

      

Ma nell'agenda degli investitori è fissata a grande lettere la data di venerdì 15 marzo, quando ci sarà il giudizio dell'agenzia di rating Moody's sul debito sovrano italiano, dopo il taglio dello scorso ottobre da Baa2 a Baa3, con un outlook stabile. Ricordiamo che il round dei test di primavera per il debito italiano è cominciato il 22 febbraio con Fitch che ha evitato il downgrade, confermando il rating BBB, con outlook negativo, dicendo però di temere la possibilità di elezioni anticipate, e terminerà il 27 aprile con il giudizio di Standard&Poor's.

     

Secondo Michael Hewson, analista di Cmc Markets, "il recente rally nei mercati azionari globali sembra aver esaurito le forze la scorsa settimana quando gli operatori hanno preferito incassare i profitti in previsione del preoccupante contesto macroeconomico che si è dimostrato molto più debole di quanto si pensasse. Il dato che più ha influenzato i mercati in queste ultime sedute è stato quello della crescita economica dell’Ocse". Hewson aggiunge che "è tutto pronto per una settimana di grande volatilità per la sterlina, con le notizie sull’accordo Brexit e i rapporti tra Theresa May e il Parlamento che cattureranno l’attenzione dei mercati per le prossime sedute sui mercati valutari. Date le attuali divisioni in Parlamento, l’opzione ‘no deal’ rimane un pericolo che i mercati non sembrano valutare adeguatamente".

     

Su listino milanese tiene banco oggi il caso di Banca Ifis, che perde il 12 per cento sulla scia delle indiscrezioni secondo cui ci sarà un cambio della guardia ai vertici dell'istituto specializzato nel settore dei non performing loan. In effetti, il nome di Giovanni Bossi, storico manager alla guida del gruppo con la carica di amministratore delegato da 24 anni, nonché secondo azionista, non sarebbe stato inserito nella lista da sottoporre agli azionisti alla prossima assemblea. All'ordine del giorno anche il piano industriale che si propone di far crescere Banca Ifis sul piano internazionale grazie all'utilizzo di nuove tecnologie e ottimizzando la struttura dei costi. Il mercato attende di conoscere il nome del nuovo ad. 

           

In attesa dell'assemblea del 29 marzo, il fondo Usa Elliott torna all'attacco di Vivendi nella gestione Telecom e chiama in causa anche l'azionista di controllo, Vincent Bolloré. "Vivendi si è rifiutata di intrattenere con Elliott un dialogo costruttivo – si legge in un comunicato – si è opposta lo scorso anno alla giustificata revoca delle deleghe all'amministratore delegato Amos Genish, da Vivendi stessa sostenuto, e ha ripetutamente minacciato incessanti battaglie assembleari finché non sarebbe riuscita a riguadagnare il controllo della società". Elliott, nel ripercorrere gli ultimi mesi di vita del gruppo telefonico, affonda il dito nella piaga parlando di "consolidato disprezzo" da parte di Vivendi per le più elementari regole di corporate governance" ed esorta i soci di Telecom a dare stabilità al consiglio di amministrazione per arrivare in modo sostenibile alla creazione di valore per gli azionisti. Il titolo Telecom non ha avuto particolari reazioni alla presa di posizione di Elliot.


 

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