Alberto Bagnai (foto LaPresse)

Bagnai dà ragione a Moscovici

Redazione

Il santone no euro mostra la “deviazione senza precedenti” dell’Italia sul deficit

Punto sul vivo dai fan delusi – gira sui social network un fotomontaggio delle famose scuse di D&G ai cinesi con lui e il dioscuro no euro Claudio Borghi intitolato “Volta & Gabbana” – il presidente della commissione Bilancio del Senato Alberto Bagnai contrattacca. Lo sfondamento di deficit è notevole, dice, e poco importa la retromarcia dal meno 2,4 al meno 2 per cento.

 

  

Sul suo blog Goofynomics – il Sacro blog dei no euro – il professore di Pescara diventato leader politico annunciando l’imminente “tramonto dell’euro” lo spiega tabelle alla mano: da cinque anni il deficit tendenziale dell’anno precedente è sempre stato superato da quello programmatico del governo in carica, e questo scavalcato da quello effettivo. Per esempio il governo Monti prevedeva per il 2014 un deficit dell’1,8, Enrico Letta lo alzò al 2,3, a conti fatti arrivò al 3. Questa dinamica si è protratta con squilibri minori fino ad oggi. Ma ora dalle tabelle di Bagnai ecco emergere un disavanzo extra dell’1,2 per cento, ovvero aggiuntivo allo 0,8 previsto da Paolo Gentiloni: appunto il 2 per cento che per il senatore sovranista rappresenta la vittoria sugli euroburocrati. Come prova finale Bagnai mostra come lo “sforzo espansivo” del 2019 sia superiore a quello di tutti gli ultimi anni: il triplo del 2018, 2016 e 2015, il sestuplo del 2017. Il concetto è “li abbiamo fregati”. Bagnai dà supporto tecnico alla tesi un po’ da suk di Luigi Di Maio “c’eravamo tenuti alti sennò che trattativa è”, ma smentisce la tesi diffusa secondo cui l’Europa vorrebbe punire ingiustamente l’Italia.

 

Bagnai in realtà conferma che gli odiati “euroburocrati”, da Pierre Moscovici a Valdis Dombrovskis (passando per l’italiano Marco Buti), hanno ragione nel definire “senza precedenti” la deviazione dell’Italia dalle regole europee. All’economista pescarese pare poi sfuggire che lo sfondamento si basa su proiezioni di crescita irrealistiche: se la crescita come tutti prevedono sarà inferiore, il deficit salirà ancor di più a maggior gloria di Bagnai. Meno per i suoi elettori: la manovra espansiva non avrà espanso nulla, le promesse passeranno in cavalleria, il conto arriverà più salato. “I fatti hanno la testa dura” scrive Bagnai “cerchiamo di non rompercela noi”. Appunto.