Le commissioni Bilancio di Camera e Senato riunite in audizione. Foto Imagoeconomica

Quanto costerebbe andare in pensione con quota 100

Redazione

L'Ufficio parlamentare di Bilancio torna a mettere in discussione i numeri della manovra e spiega che la pensione anticipata costerà caro anche ai lavoratori 

Attenti a dare i numeri. Alla vigilia del 13 novembre, giorno in cui l'Italia deve rispondere alle obiezioni di Bruxelles sulla legge di Bilancio, le stime dell'esecutivo sono di nuovo messe in discussione. A farlo per la seconda volta in poco più di due mesi, è l'Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb). E la notizia non piacerà alla Commissione Ue visto che proprio la bocciatura del NaDef da parte dell'Upb, era stata indicata, in una lettera datata 18 ottobre e firmata da Vladis Dombrovskis e Pierre Moscovici, come un elemento di difformità rispetto a quanto previsto dalle regole europee. L'articolo 4 comma 4 del regolamento 473 del 2013 prevede infatti che “i programmi di bilancio nazionali a medio termine e i progetti di bilancio si basano su previsioni macroeconomiche indipendenti e indicano se le previsioni di bilancio sono state elaborate o approvate da un ente indipendente”. Così, quasi non bastasse quanto detto finora, il presidente dell'Ufficio parlamentare di Bilancio, Giuseppe Pisauro, ascoltato questa mattina in audizione dalle commissioni Bilancio di Camera e Senato riunite, ha sottolineato ulteriori criticità di una Manovra che sembra fatta apposta per convincere Bruxelles ad aprire una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia (a meno che domani, cosa impossibile, il governo non comunichi nella sua lettera uno stravolgimento complessivo della legge).    

  

I primi rilievi riguardano il quadro macroeconomico. Con l'accentuarsi del rallentamento congiunturale, secondo le stime dell'Upb "la crescita del 2019 già acquisita risulterebbe pari allo 0,1 per cento, rendendo l’obiettivo di aumento del pil per il prossimo anno (1,5 per cento) ancora più ambizioso di quanto già rilevato in precedenza". Inoltre l'organismo che si occupa di vigilare sui conti dello stato ha anche previsto un deficit maggiore per il 2019 rispetto a quello indicato nella Manovra, pari al 2,6 per cento (invece del 2,4 per cento). Il motivo che spiega le stime differenti è da individuare nelle diverse valutazioni che fanno l'Upb e il Mef sull'impatto dell’aumento dello spread sulla spesa per interessi e sulle diverse previsioni di crescita del paese. Insomma, con lo spread a quota 300 come in queste settimane e una crescita dell'0,1 per cento nel 2019, il debito dello stato è destinato a crescere, avverte l'Upb, che resta cauto anche sulla possibilità di stimolare la ripresa economica con investimenti pubblici. Come ha più volte spiegato il ministro Giovanni Tria, una delle priorità del governo è riportare la spesa al 3 per cento del pil, cioè ai livelli pre crisi, per sostenere la crescita del pil. Tuttavia, come ha spiegato il presidente dell'Upb, Giuseppe Pisauro, "gli obiettivi appaiono condivisibili", ma "la loro realizzazione appare ambiziosa alla luce dell’esperienza recente che ha visto anche nel 2017 una spesa ancora in calo e pari a 33,8 miliardi, inferiore di oltre 20 miliardi rispetto alla spesa del 2009. Per il 2018, il Mef stima una riduzione ulteriore degli investimenti pubblici, che dovrebbero scendere a circa 33 miliardi di euro". 

   

Altro tema è quello delle pensioni. La riforma del sistema pensionistico con l'introduzione di quota 100 potrebbe costare allo stato fino a 13 miliardi se tutti quelli che ne avessero diritto scegliessero di andare in pensione. La misura, stima l'Upb, potrebbe potenzialmente riguardare nel 2019 fino a 437.000 contribuenti attivi. Non solo, anticipare la pensione potrebbe avere un prezzo rilevante anche per i lavoratori: un solo anno di anticipo si tradurrebbe in una pensione decurtata del 5 per cento rispetto al regime attuale, un taglio che supera il 30 per cento se gli anni sono almeno quattro. "Una valutazione puntale [dei costi per lo stato, ndr] – ha detto Pisauro – sarà possibile solo dopo l’approvazione dei relativi criteri di attuazione". Ma resta il fatto che una riduzione della pensione lorda non sembra evitabile per via dei minori versamenti contributivi che si avrebbero. Perciò, più aumenta l'anticipo, minore sarà il valore delle pensioni percepite nella vita. Un contrappeso che potrebbe fare da deterrente, tanto che lo stesso Pisauro sottolinea come nelle stime del governo "è incorporata l'idea che la metà delle persone che potrebbe utilizzare la misura non vada in pensione", e per questo sono previsti solo 6,7 miliardi per dare attuazione alla riforma nel 2019. 

  

L'audizione di Pisauro ha seguito quella della Corte dei Conti e dell'Istat, entrambi scettici sulle previsioni messe nero su bianco dal ministero dell'Economia. Ma da quanto continuano a dichiarare Matteo Salvini e Luigi Di Maio il governo sarebbe ancora intenzionato ad andare fino in fondo rispedendo alla Commissione europea un documento non modificato. Questa mattina ne hanno parlato entrambi i vicepremier con Giuseppe Conte, in due momenti diversi, rimandando un incontro formale a quando il premier tornerà da Palermo, dove è in corso la conferenza sulla Libia.