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Emissioni pericolose

Redazione

Mps, Fs e Carige si rimettono al giudizio del mercato, e prendono rischi

Il Monte dei Paschi, che il governo precedente aveva nazionalizzato con 5 miliardi di euro di fondi pubblici promettendo di rivenderlo appena possibile e riportandolo in Borsa, cerca di lanciare un bond da 750 milioni, dopo quello di pari importo collocato a gennaio scorso. Ma i negoziati con le autorità europee, che continuano a prendere per buono l’impegno alla ri-privatizzazione, e i contatti con i (pochi) creditori istituzionali avvenuti a Londra, hanno dato risultati scoraggianti: ci sarebbe un interesse per 200 milioni di bond, purché con tassi ben oltre il 10 per cento.

  

Mps ha perso in sei mesi metà della capitalizzazione bruciando due terzi dell’intervento pubblico, mentre Claudio Borghi, presidente della commissione Bilancio della Camera e guru dei No euro leghisti, con collegio elettorale a Siena, chiede “la rinuncia al ritorno al mercato, la sostituzione dei vertici e l’abbandono dell’idea di farci profitti in quanto gli sportelli del Monte sono un patrimonio della Toscana”. Anche le Ferrovie dello stato confermano il lancio a breve di bond fino a 7 miliardi (ma una tranche di 650 milioni sarebbe stata congelata) per sostenere la riconversione al trasporto locale imposta dal M5s. Le condizioni saranno più onerose poiché il declassamento del rating italiano si applica a cascata alle partecipate, ed essendo meno chiari per gli investitori gli impegni di Fs – che il governo vuole impegnate nel salvataggio di Alitalia – l’accoglienza del mercato è da vedere. Ai bond intende poi ricorrere Carige, travagliata cassa genovese nella quale a scontrarsi sono i privati, ma che è la più esposta al deprezzamento degli istituti di credito causa spread: ha perso solo nell’ultimo mese il 42 per cento del capitale. Sono tre esempi di ciò che si prospetta per imprese e investitori con le ricadute dirette e indirette della “manovra del popolo”. Fatta dagli stessi strateghi che chiedono “una mano” alle famiglie italiane, che dovrebbero sottoscrivere emissioni riservate di Btp, a elevato interesse, ma magari fuori mercato.

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