La presenza di una massa di lavoratori costretti ad accettare condizioni salariali e di orario intollerabili penalizza anche il mercato del lavoro degli altri
27 Giugno 2018 alle 18:40
Il rapporto dell’Istat sulla povertà segnala un aumento delle famiglie e delle persone in condizione di indigenza, il che fotografa una situazione preoccupante. Però il peggioramento delle condizioni sociali nel 2017 rispetto all’anno precedente, che ha suscitato com’era naturale, i commenti più drammatizzanti, riguarda esclusivamente i residenti stranieri. La percentuale di povertà assoluta di questa categoria raggiunge il 34,5 per cento delle famiglie, con un picco del 59,9 nel Mezzogiorno. Questo significa che sul milione e mezzo circa di stranieri residenti, più di mezzo milione contribuisce al dato generale sulla povertà.
Si tratta di un dato abbastanza prevedibile, visto che gli immigrati vengono da situazioni difficilissime e richiedono tempo per un’integrazione, e anche che il modo in cui vengono impiegati nel sud, soprattutto come braccianti agricoli sottopagati e spesso supersfruttati, rende questa condizione cronica. E’ necessario tener conto di questo dato particolare non per considerare meno grave la situazione degli italiani poveri, ma per identificare uno specifico problema sociale e una patologia del sistema produttivo che deve essere analizzata e se possibile corretta con interventi mirati. Serve anche a smentire la leggenda secondo cui “gli immigrati ci tolgono il lavoro”, visto che le occupazioni loro riservate sono in gran parte, e nel Sud addirittura maggioritariamente, tali da non consentire una vita decente. Quel tipo di lavoro non lo vorrebbe nessuno e, per la verità, dovrebbe essere superato per tutti, stranieri o italiani che siano, perché confina con la schiavitù. E’ difficile immaginarsi che il governo che alimenta campagne che confinano con la xenofobia sappia intervenire su questa particolare, ma colossale, situazione di disagio. Tuttavia dovrebbe capire che la presenza di una massa di lavoratori costretti ad accettare condizioni salariali e di orario intollerabili penalizza anche il mercato del lavoro degli altri. Salvare gli immigrati residenti dallo sfruttamento bestiale è anche un modo per salvare gli italiani poveri dall’erosione salariale, che è, ovviamente insieme alla disoccupazione, una delle cause fondamentali della povertà.
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Commenti all'articolo
Beresina
27 Giugno 2018 - 22:10
si, ma i dati dimostrano anche che non c'è abbastanza lavoro per nessuno, nemmeno per gli immigrati: E allora cosa si ciancia a dire che gli immigrati sono una necessità per la nostra economia? sono forse una "necessità" per chi approfitta di un'offerta eccedente di lavoratori per poter meglio sfruttare tutti, italiani e stranieri...
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fiorevalter
27 Giugno 2018 - 19:07
già, mi piacerebbe vedere i campi di pomodori del sud pieni di giovani di "razza italiana" a spaccarsi la schiena sotto il sole ...se la redazione mi passa la cattiveria
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ottavia.rizzo2013
06 Settembre 2018 - 19:07
I caporali ti ringraziano per il cortese appoggio ricevuto
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