Ignazio Visco (foto LaPresse)

Dopo Visco, Visco

Redazione

Il rinnovo è possibile. La partita di Gentiloni e Mattarella per non destabilizzare Bankitalia

Roma. Mancano pochi mesi ma la partita è già cominciata e seppure l’istituto non abbia più lo stesso appeal di un tempo i giochi sono aperti e portano tutti a un nome: Ignazio Visco. La storia è questa. Ottobre sarà il mese in cui si deciderà il destino del governatore di Bankitalia e fino a qualche mese fa, prima del referendum costituzionale, il destino di Visco sembrava segnato: molto apprezzato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, poco apprezzato dall’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

 

Visco, da tempo, ragionava su altri scenari e su altri percorsi ma da quando Paolo Gentiloni è arrivato alla guida di Palazzo Chigi gli equilibri sono cambiati: Renzi gradirebbe un’altra opzione a Via Nazionale (il modello è Padoan) ma sia Gentiloni sia Mattarella stanno lavorando per la stabilità e la continuità e il risultato è che l’attuale governatore oggi è il più accreditato per succedere a se stesso. Più di Ignazio Angeloni, economista e dal 2014 membro del Consiglio di sorveglianza della Bce. Più di Fabio Panetta, vicedirettore generale della Banca d’Italia. Visco in questo momento si sente forte. E non deve essere un caso che, a pochi mesi dal suo mandato, abbia scelto di allargare la sua squadra e il suo staff, facendo avvicinare a Palazzo Koch Orazio Carabini, già responsabile della comunicazione esterna e media del Gruppo Ferrovie dello Stato. Dopo Visco c’è Visco. Almeno così chiedono sia il presidente del Consiglio sia il presidente della Repubblica.

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