Di cosa parlare a cena stasera

"Si vis pacem para bellum" e il senso di Meloni per la difesa

Giuseppe De Filippi

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Giorgia Meloni ha messo l’Italia nel gruppo dei paesi che prendono sul serio gli impegni per la difesa e la sicurezza dell’Ue e del perimetro Nato. La sintesi estrema la ha data lei stessa, usando la notissima formula romana per cui se si vuole la pace bisogna preparare (essere in grado di fare) la guerra. Formula stranota, come si diceva, e perfino abusata, ma molto significativa se inserita nel contesto delle attuali relazioni internazionali. Un premier europeo che citi il famoso “si vis pacem para bellum” ci sta dicendo qualcosa di molto chiaro e sta avviando il suo paese in una direzione strategicamente e politicamente sensata. Per contestarla servirebbe un pari livello di significatività e una pari sensatezza. Dall’opposizione Elly Schlein, invece, è ricorsa a una specie di trasformazione della antichissima citazione meloniana ribattendo che la cosa giusta, per chi desideri la pace, è “preparare la pace”. La frase di Schlein, usata in aula come sunto della politica di opposizione, tutta intera è così: “se vuoi la pace, prepara la pace”. È un peccato che questo sia il livello del confronto, perché con la modesta spiritosaggine della più importante esponente della minoranza si confonde il senso di un dibattito al quale l’opinione pubblica dedica ovviamente un’attenzione vitale. Mentre la frase romana impegna, costringe alle responsabilità, chiama alle scelte razionali, la versione modificata fa precipitare nella deresponsabilizzazione, nell’insensatezza. Nessuno saprebbe veramente cosa farsene per governare un paese o per coordinare un gruppo di paesi in un’alleanza strategica come la Nato.

 

Che poi il vertice è già complicato di suo.

  

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Ma al vertice Nato arriva anche il Donald Trump trasformato di questi giorni. Il presidente che ha smontato un po’ dell’isolazionismo Maga (scontentando molti suoi elettori) e che torna a chiamare “amici” gli europei. Insomma, per quanto sia sempre Trump, è in una fase interessante per i paesi che si trovano a doverci avere a che fare, anche se si fa prendere più che mai dall’amore per le espressioni forti e poco diplomatiche e, facendo finta di essere imparziale tra i due, se la prende con Iran e Israele per le rotture della tregua dicendo che da anni non sanno che cazzo (what the fuck) stanno facendo

  

Fatto #2

E Trump, in qualche pausa degli incontri Nato di questi giorni, vedrà Volodymyr Zelensky. Mentre il presidente ucraino ha cominciato a preparare il terreno con influenti senatori americani

   

Fatto #3

L’Iva punta sulla creatività ma danneggia la natalità

 

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