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Dal governo Lega-M5s alla robotica italiana. Di cosa parlare stasera a cena

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Allora, calma, lo sappiamo tutti: il governo nascente, come argomento a cena, è stato ormai spremuto anche oltre il lecito e comunque oltre ciò che è accettabile per non essere considerati dei rompiscatole monomaniaci. Però facciamo davvero un ultimo sforzo, da ripartire tra questa sera, domani, ancora domenica e poi, nella giornata di lunedì, dovremmo finalmente sapere il nome di chi guiderà il governo Di Maio-Salvini. Siamo, con ogni evidenza, nella trattativa più insensata della nostra storia repubblicana, l'unico caso in cui non si tratta partendo da un leader possibile, ma partendo da un'alleanza in cui si è d'accordo solo sulle cose che è impossibile fare (e che verrebbero impedite dal Quirinale, dai mercati, dall'Europa e da tante altre istituzioni o realtà rappresentative) mentre si è in disaccordo sulle cose fattibili, ovvero sulla politica compatibile con il nostro tenore di vita e l'appartenenza a Ue e Nato. Insomma, un'alleanza che funziona come ruspa e contro-ruspa elettorale, in una mossa a tenaglia, ma non riesce poi a quagliare niente alle prese col governo vero.

  

Una piccola riflessione aggiuntiva andrebbe fatta a questo punto su quella che sembra quasi una vendetta/rivincita del parlamento, ovvero dei partiti, contro la presidenza della Repubblica. Dagli anni in cui il Quirinale davvero indicava la strada e controllava che non se ne deviasse siamo passati a un sistema dei partiti che si autodetermina, tratta sul governo senza che ci sia qualcuno incaricato dal presidente, se ne sbatte allegramente dei limiti di tempo indicati. Tutto ciò merita una riflessione, perché il Quirinale è la massima autorità di garanzia costituzionale e rappresenta l'intera nazione, mentre le alleanze partitiche, seppure maggioritarie, sono ovviamente espressione di schieramenti.

 

Indicare con le buone, provare a far ragionare, è la strada scelta da Mattarella.

 

L'Ilva si impone come prima prova dei guai che può portare il governo dell'accordo sull'impossibile e del disaccordo sul possibile. I sindacati locali e la Rsu blocca la trattativa con Mittal, quella avviata faticosamente e per mesi con il sostegno del ministro Carlo Calenda. Si può immaginare che puntino sul prossimo governo per avere migliori condizioni, ma, guardando le carte, non se ne vede la possibilità, mentre si vede, ben concreto, il rischio di disdetta dei pre-accordi, con gravi rischi occupazionali.

 

Se Donald Trump, che finalmente può annunciare il luogo e la data dell'incontro storico con Kim, non dà garanzie di stabilizzazione dell'area, l'Asia si organizza da sola (è l'interpretazione di Giulia Pompili quindi ci fidiamo, e ovviamente tutti i particolari nei suoi prossimi aggiornamenti e nella sua newsletter fogliante Katane).

 

Il presidente americano però incassa un bel risultato non solo di immagine con la liberazione di tre cittadini americani bloccati in Corea del Nord, il punto è che c'è molto sostegno cinese in questa operazione. La sintesi potrebbe essere che nei due tavoli, quello inter-asiatico e quello sino-americano, Pechino ha preso un predominante ruolo geopolitico (anche se come spiegava oggi il Foglio soffre ancora di un gap tecnologico rispetto agli USA, cosa che rende i dazi un bel guaio per le aziende cinesi)

 

Un risultato della ricerca applicata dell'Istituto italiano di tecnologia, la mano artificiale che consente di recuperare grandissima parte delle funzioni dell'arto. E' un lavoro che mette assieme robotica, scienze umane, scienze cognitive, medicina. Possibile solo grazie alla interdisciplinarietà dell'Iit e al suo giusto equilibrio tra ricerca di base e ricerca applicata. Peccato che successivamente i progetti di sviluppo dell'istituto siano stati tarpati da scelte governative.

 

Per chiacchierare, buttando lì un "non è tutto oro quello che luccica" neanche se pescato dai fiumi col setaccio, eccovi una storiella dal Regno Unito. Che poi il banale proverbietto su oro e luccichio ci riporta al punto di partenza di stasera: non sono tutti governi quelli che hanno la maggioranza.